Rivista Rotary | Aprile 2016 - page 75

va solo a vantaggio delle donne, ma
di tutti. L'uguaglianza di genere è un
diritto ed è la cosa giusta e più intelli-
gente da fare, perché produce crescita
economica e occupazione, migliora la
situazione delle famiglie e le prospet-
tive future dei figli, comporta benefici
alle istituzioni, alla politica, allo Stato
in generale. Le donne sono una risorsa:
utilizziamola. Se vogliamo crescere,
dobbiamo aprire i cancelli ai più me-
ritevoli e donne meritevoli ce ne sono
molte. Dobbiamo costruire una società
in cui tutti possano concorrere per la
migliore posizione e in cui il capitale
umano di una donna non valga di meno
di quello di un uomo”.
Al termine alla Tarantola e all’Annibali
è stato consegnato il Paul Harris, il
premio più ambito nel Rotary, dal go-
vernatore del Distretto 2090, Sergio
Basti. “Sono perfettamente convinto
– ha affermato – che il mondo femmi-
nile meriti un enorme rispetto, se non
altro, per le tante battaglie intraprese
per migliorare la propria condizione e
conquistare quei diritti che taluni paesi
tardano ancora a riconoscere. Sembra
grottesco che anche il Rotary si sia op-
posto per tanti anni all’affiliazione delle
donne al suo interno”. Risale, infatti, al
1950 il primo tentativo di cambiare gli
schemi maschilisti del Rotary, quando
un club dell’India propose un decreto
per l’eliminazione della parola “uomo”
dalla carta costituzionale di un Rotary
club standard. Negli anni successivi
diversi e senza esito sono stati i tenta-
tivi portati avanti da molte nazioni per
modificare le regole rotariane su tale
tema anche alla luce dei successi pro-
fessionali ottenuti da molte donne del
tempo. Ma nel 1977 accadde un fatto
davvero inaspettato, il Rotary di Duarte
in California, ammise delle donne co-
me socie violando la costituzione del
Rotary International che rispose, nel
marzo del 1978, con la cancellazione
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