Rivista Rotary | Marzo 2016 - page 62

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ROTARY
marzo 2016
F
lavia
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iacci
Per un Presidente della Commissione Programmi RI e Giovani
Generazioni, parlare di giovani nel Distretto 2072 è un invito
davvero “a nozze” perché da sempre è stato, come lo è tutto-
ra, un impegno centrale nell’attività, sia distrettuale, che dei
singoli club. Quando eravamo un tutt’uno col Distretto 2071
(insieme formavamo il 2070), quel distretto portò per primo
il RYLA in Italia, propose al Consiglio di Legislazione del RI,
con almeno vent’anni di anticipo, di fare una via autonoma e
indipendente dell’attività rotariana in favore delle nuove ge-
nerazioni, cosa che oggi è una realtà, ma allora fu condivisa
solo da pochi. Curammo il Rotaract con autentica passione
e molti ex rotaractiani sono oggi soci di club Rotary. Queste
cose non le dico per presunzione o per primeggiare, ma per
affermare che dove non c’è spirito di apertura nei confronti
dei giovani, lì non c’è Rotary.
Diverso, purtroppo, è invece il discorso per quanto concerne
l’Interact. A oggi continua a essere estremamente difficile
creare dei club Interact e, quando anche ci si riesce, è dav-
vero molto difficile mantenerli in vita. Le ragioni sono tante
ma non sono consolanti, né servono a giustificare. Purtroppo
per fare un’azione efficace verso i giovani delle scuole medie
e superiori è necessario essere presenti in quelle scuole e, al-
meno per quanto riguarda il nostro Distretto, l’interrelazione
con esse è difficile e quasi sempre occasionale e non duratu-
ra. Ciò dipende anche dal fatto che nei nostri club i presidi e
i professori di quell’ordine di scuole sono troppo pochi.
Eppure oggi i giovani delle scuole medie e superiori rappre-
sentano un punto di riferimento, vorrei dire indispensabile,
per avvicinare le nuove generazioni e trasmettere loro i valori
delle azioni e dei principi del Rotary.
Questo ritengo sia il tema principale su cui si deve adoperare
il Rotary se davvero si vuole che le nuove generazioni collo-
chino nel loro bagaglio l’esperienza e la dottrina rotariana:
ciò è quello che cercheremo di fare nel futuro, ovviamente
senza tralasciare le altre azioni che sono da sempre parte del
nostro DNA.
Per concludere, presento una proposta che potrebbe anche
essere ragione di incontro e scambio di idee e progetti fra i
giovani dei distretti italiani: cercare di collocare il focus della
loro azione nel sociale, sulla promozione ed attivazione di
politiche di philanthropy venture. Credo che sia la forma più
moderna ed efficace di Welfare e che meglio si sposa con la
filosofia del Rotary.
Perché non provarci? Magari è un argomento che potrebbe
aprirci le porte di quel mondo scolastico ancora così lontano
da noi.
D. 2072 Parlare di giovani
L'attività del Distretto nelle scuole medie e superiori
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talo
G
iorgio
M
inguzzi
distrettuale, che pone l’accento sul trend, sul raddoppio
degli scambi e sull’alto profilo del service, mirato a qualità,
efficienza e controllo.
Il consenso delle famiglie coinvolte è altrettanto gratificante,
ben reso dalle impressioni di una mamma, Rita di Biase (RC
Vignola): “Luigi è maturato, ha aperto le sue idee e ha au-
mentato l’autostima. Il rapporto con Natalia, la ragazza che
ho ospitato, è stato un vero arricchimento personale”.
Non meno importante la mail appena arrivata dal Canada, fir-
mata da Luigi Colecchia: “Il Canada è ormai diventato la mia
seconda nazione, parte del mio cuore. I rapporti non si limi-
teranno all’exchange year ma continueranno nel mio futuro.
Ho avuto la fortuna di conoscere due famiglie fantastiche che
mi hanno accolto a braccia aperte. Consiglierei a chiunque
questa esperienza, partire con la mente libera che si riempirà
di fantastici momenti. Il RYE è il miglior modo per farlo. Sono
cambiato e non poco, ora mi sento un cittadino del mondo,
senza paure e pregiudizi”.
LE VIE D'AZIONE ROTARIANA
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