VIAGGIO A MONTREAL 49
ROTARY
La nostra guida per la pesca era Biita
Kairaoi. Era bellissimo parlarci. Aveva
imparato l’inglese da tutti i pescatori che
aveva conosciuto. Mia moglie gli disse
“Quanti figli hai?” e lui rispose, “Oh ne
ho molti. Volete conoscerli?”. Andammo
a casa sua e i suoi figli volevano starci
vicini. Aveva sei figli. Ed erano molto,
molto poveri. Quando lasciammo Kiri-
mati, abbracciammo Biita, sua moglie, e
i suoi figli, e mia moglie disse, “Biita, è
come se lasciassi la mia famiglia. Di qua-
lunque cosa abbiate bisogno, per favore
chiamateci”. C’erano solo cinque telefo-
ni in tutta l’isola. Eravamo sull’aereo e ci
guardavamo. “Cosa possiamo fare?” dis-
se Sharon. “Non lo so”, dissi, “Ma dob-
biamo fare qualcosa”. Ci consideravamo
“in pensione” dal Rotary. Eravamo mem-
bri del Rotary Club di Commerce City,
Colorado, e dedicavamo dalle 40 alle 50
ore a settimana di volontariato. Ma fino
a quel momento non avevamo mai fatto
un progetto internazionale. Dopo essere
ritornati a casa dalla Christmas Island,
ricevemmo una chiamata ed era Biita.
Mi disse “George la mia chiesa non ha
mai avuto una candela pasquale. Puoi
darmi una candela?”. Gli risposi “Certo,
nessun problema”. Ne presi una e gliela
spedimmo. Quando ritornammo il gen-
naio successivo, bussammo alla nostra
porta e c’era il sacerdote della chiesa.
“Al comitato piacerebbe incontrarvi”,
disse. Pensavamo che avremmo visto
cinque o sei persone, ma ce n’erano
circa 500 da quattro chiese. “Abbiamo
pregato quattro mesi per una candela,
e nessuna candela è arrivata”, disse uno
degli uomini più anziani. “Qualcuno ha
rinunciato, ma abbiamo continuato a
pregare, e adesso da lassù c’è stato un
miracolo. Tu sei il nostro miracolo”. Ed
eravamo coinvolti.
Spendemmo la settimana successiva
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