ROTARY |
dicembre 2012
50
a parlare con le persone del governo e
andando negli ospedali e nelle scuole,
facendoci un’idea di ciò di cui avevano
bisogno e di ciò che i Rotariani potevano
essere in grado di fare. Chiamammo in-
fermieri e medici, “Cosa avreste bisogno
di usare?”. Ci dissero “Magari aspirine e
qualche garza”. Dissi “No, di cosa avete
bisogno?”. Gli infermieri fecero subito
un passo indietro. Non capivano cosa gli
chiedevo. Infine un dottore disse “Pensi
che potresti darci qualche letto?”. Ri-
spondemmo “Certo”. Disse “Davvero?”.
Poi scoprimmo che il reparto maternità
non aveva tavoli per il parto. Le sale ope-
ratorie non avevano l’anestesia. Impa-
rammo anche che l’acqua non era pota-
bile in tutta l’isola. Perché la Christmas
Island è un atollo di corallo, fondamen-
talmente la cima di un antico vulcano,
quindi c’è poca acqua fresca. Non ci
sono fiumi o laghi. L’unica acqua che c’è,
oltre a quella piovana, arriva da quello
che loro chiamano “lenti d’acqua dolce”.
Se prendi una pala e scavi 6 piedi sotto
terra, trovi una lente, che è una piccola
tasca di acqua semi fresca che galleggia
sulla superficie dell’acqua salata.
Quasi tutti hanno uno o due maiali nel
cortile, e l’urina dei maiali filtra attraver-
so il terreno e contamina le lenti d’acqua.
Ciò rende l’acqua particolarmente ricca
di nitrati, che causano gravi problemi di
salute nelle donne incinta e nei bambini.
E questo
E.coli
e tutti gli altri batteri che
sono dentro, provoca a tutti molta diar-
rea e infezioni interne. Alla fine di questa
settimana, ce ne andammo con una lista
enorme di cose di cui le persone aveva-
no bisogno. Ma non c’era nessun Rotary
club a Kiribati, così che non potemmo
richiedere nessun Matching Grant alla
Rotary Foundation. Fortunatamente,
we found out that il nostro distretto ci
avrebbe dato un altro tipo di sovvenzio-
ne in un Paese senza Rotary Clubs. Così
formammo un gruppo chiamato Amici
della Christmas Island, e piantammo
insieme degli alberi per questa sovven-
zione. Avemmo molto aiuto dall’ester-
no dalla gente della comunità dei pesci
volanti. La nostra prima consegna fu
un carico di importanti articoli medici,
che avevamo acquistato da una clinica
ortopedica che era fallita. Li mettemmo
dentro delle ceste di legno, mettemmo
queste su dei container, e li spedimmo
alle Hawaii. Quando le ceste uscirono
dai container furono messe su 110 bar-
chette per essere trasportate all’isola.
Ciò portò via tempo e tentativi costosi.
Spedimmo anche 18.000 sterline di ci-
sterne sterili da pompare nei camion sul
C-17 Globemaster procurato dal reparto
militare americano.
Devi solo dire “Non c’è niente che non
puoi fare”, e farlo.
Io e Sharon chiamammo le nostre zie,
che erano nove, per aiutarci sull’isola.
Una neo mamma chiamò il bambino
come una di loro. Per molti anni i bambi-
ni chiesero “Dov’è Jessica?”. Realizzam-
mo che dovevamo fare i conti di quanto
il Rotary club avesse dato a Kiribati. I
Rotariani di Fiji (lontani circa 2000 mi-
glia) del distretto 9920, ci aiutarono ad
organizzare il Rotary club di Kiritimati,
che fu inaugurato nell’agosto del 2008.
Biita ne era il tesoriere. Adesso il no-
stro gruppo ha messo bagni e posti per
lavarsi le mani
in quattro scuo-
le
dell’isola.
Questo proget-
to, nato con
un
Matching
Grant, è com-
pletato per cir-
ca tre quarti.
Un benefit è
quello che aiuterà le ragazze a finire il
liceo; diversamente, lascerebbero la
scuola all’inizio del loro periodo, perché
hanno bisogno di privacy, non possono
far altro che andare fuori nei cespugli.
Facemmo insieme un altro Matching
grant per cambiare 600 filtri di water
in ceramica. Provammo anche a creare
delle cucine sicure. Tradizionalmente,
la cucina è fatta all’esterno, si scava un
buco nella sabbia, si accende un fuoco,
e bolliscono il loro pesce o la zuppa. È
intossicante e pericoloso.
Io e Sharon portammo in aiuto più di
1.2 milioni di dollari ina aiuti umanita-
ri sull’isola. Una volta che gli altri club
avessero sentito del lavoro, sarebbe sta-
to più facile portare supporto. Il Rotary
Club di Kona, Hawaii, ha partecipato a
tre progetti. Abbiamo avuto assistenza
dal U.S. Navy Seabees. La chiesa dei
Mormoni ci ha aiutato dandoci dei kit
per l’igiene e zaini per la scuola. Ab-
biamo lavorato con un gruppo in Texas
chiamato Pacific Island Medical Aid, che
ha donato 100 operazioni di cataratta in
una settimana, e portarono anche spe-
cialisti del diabete e del cuore. Procu-
rammo tutto l’equipaggiamento per una
clinica dentistica, e il primo dentista
dell’isola venne dal Madagascar per due
anni. C’erano tanti amici sull’isola che
arrivavano e dicevano “Guarda i miei
denti!” e sorridevano.
Spedimmo più di due dozzine di sedie
a rotelle e 100 bastoni, walkers, e paia
di stampelle. Alcune delle persone non
potevano uscire dalle loro capanne a
meno che qualcuno si occupasse di loro,
ma adesso potevano. Abbiamo anche
spedito 108
computer ai
licei, e ades-
so attraver-
so internet, i
bambini han-
no amici in
tutto il mon-
do. Da quan-
do abbiamo
cominciato il lavoro nella Christmas
Island, io e Sharon abbiamo cercato i
pesci volanti nel centro nord della Mon-
golia e nella prima nazione dell’area del-
la British Columbia, il Canada. Abbiamo
iniziato a dare aiuto fuori con altri pro-
getti umanitari in altri posti. Le persone
ci dicono “Non potete più lasciare il pa-
ese, perché dovete tornare con un altro
progetto”.
Q
Sull’isola di Christmas Island
non ci sono risorse naturali
lasciava attoniti scoprire quanto poco
avessero gli abitanti
E’ sufficiente pensare
“non c’è niente che
non si possa fare”
e farlo
1...,42,43,44,45,46,47,48,49,50,51 53,54,55,56,57,58,59,60,61,62,...68