ROTARY |
dicembre 2012
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mento rurale. Alla fine degli anni ’90,
a São Tomé e Príncipe, l’industria del
cacao è stata duramente colpita dal
crollo dei prezzi. Ciò nonostante, una
successiva valutazione ha mostrato che
grazie all’eccellente qualità delle varie-
tà di cacao di São Tomé, sussistevano
le potenzialità per combinare la produ-
zione biologica con i principi di com-
mercio equo e di aumentare, quindi, i
redditi degli agricoltori. Nell’ambito di
un programma sostenuto dall’IFAD, le
comunità furono incoraggiate ad orga-
nizzarsi in associazioni. I rappresentan-
ti delle associazioni delle comunità for-
marono la Cooperativa di Esportazione
e Commercializzazione del Cacao Bio-
logico (CECAB) per coordinare le atti-
vità commerciali e, nel 2005 firmarono
un contratto quinquennale di fornitura
di cacao biologico con Kaoka, produt-
tore francese di cioccolato biologico
leader nel settore. Grazie all’IFAD e
ai suoi partner, quasi 2.200 agricoltori
oggi producono 200 tonnellate di cacao
biologico per l’industria internazionale
del cioccolato bio. Il reddito dei piccoli
agricoltori è passato in media dal 25%
sotto la soglia di povertà all’8% al di
sopra delle stesse. Molti sono anche
i benefici per le comunità, in quanto
le associazioni investono parte degli
introiti in infrastrutture, quali centri di
cure primarie e migliori reti fognarie.
Inoltre, essendo organizzati in associa-
zioni, i produttori ottengono prezzi mi-
gliori per i loro prodotti, ricevono corsi
di formazione in ambito di tecnologie
eco-compatibili e risparmio del lavoro
e hanno accesso ad un forum tramite
cui manifestare le proprie esigenze.
In Ruanda, un altro progetto sostenu-
to dall’IFAD ha permesso di risanare
una piantagione di tè del governo che
versava in pessime condizioni, svilup-
pando 1.200 ettari di piantagione e raf-
forzando la capacità delle associazioni
dei lavoratori del tè di unire le forze e
formare una cooperativa. Il progetto ha
permesso la costituzione di una joint
venture tra investitori privati e la coo-
perativa, in grado di gestire una nuova
fabbrica del tè in cui la lavorazione del-
la pianta del tè avviene direttamente
sulle piantagioni e per mano dei piccoli
agricoltori. I partner privati hanno in-
vestito 2 milioni di dollari americani
finalizzati alla costruzione di uno sta-
bilimento di lavorazione adiacente alla
piantagione e hanno contribuito appor-
tando l’indispensabile know-how tecni-
co e commerciale. L’IFAD ha erogato un
contributo pari a 5.2 milioni di dollari
americani destinati alla riqualifica della
piantagione del governo, che è stata
in seguito parzialmente ceduta in lo-
cazione alla società e parzialmente as-
segnata ai piccoli agricoltori. Il Fondo
ha, inoltre, acquistato una quota pari al
15% della società per conto dei piccoli
agricoltori. Il prezzo ricevuto dai picco-
li produttori è aumentato di circa il 60%.
E in qualità di soci, hanno il diritto di
sedere nel consiglio, sono coinvolti nei
processi decisionali e possono contrat-
tare collettivamente sul mercato. No-
nostante il progetto non fosse rivolto
direttamente alla sicurezza alimentare
e nutrizionale, ha contribuito al suo mi-
glioramento mediante l’aumento di red-
dito per i piccoli agricoltori e la crescita
occupazionale per le fasce più povere
della popolazione rurale. Sappiamo che
la crescita generata dall’agricoltura è
cinque volte più efficace nel ridurre la
povertà rispetto alla crescita in altri
settori. I piccoli produttori e i piccoli
agricoltori in genere sono i principali
investitori nel settore agricolo dei paesi
in via di sviluppo. Investono il proprio
denaro, il proprio tempo e il proprio
lavoro e assumono tutti i rischi legati al
rischio di impresa.
All’IFAD, crediamo fermamente che
l’agricoltura, persino su piccolissima
scala, sia un’attività commerciale. Il
modo migliore per creare le condizioni
necessarie affinché i piccoli agricoltori
possano potenziare le loro attività, è
sostenere e lavorare con le loro orga-
nizzazioni. L’esperienza ci insegna che
le organizzazioni degli agricoltori, quali
le cooperative, detengono la chiave
per lo sviluppo agricolo, la riduzione
della povertà e la sicurezza alimentare
e nutrizionale e noi continueremo a so-
stenerle e ad investire su di loro.
Il Fondo Internazionale per lo Svilup-
po Agricolo (IFAD) lavora con le po-
polazioni povere delle aree rurali per
aiutarle a incrementare la produzione
agricola e la vendita dei loro prodotti,
ad aumentare i propri redditi e a deci-
dere autonomamente sulle questioni
che riguardano la loro vita. Dal 1978,
l’IFAD ha investito circa 14 miliardi di
dollari in donazioni e prestiti a tassi
agevolati per finanziare progetti nei
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