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GENERAZIONI A CONFRONTO
È fortemente avvertita la necessità di
un incremento dell’effettivo rotariano,
come sicuramente sarebbe auspicabile
un aumento dei rotaractiani. Più Rotaria-
ni e Rotaractiani siamo e meglio possia-
mo realizzare insieme il comune ideale
del servire e attraverso esso contribuire
a quello che è l’obiettivo finale di ogni no-
stra azione: l’intesa, la comprensione, la
pace nel mondo. Mi permetto, però, fare
una precisazione sul raffronto tra Rota-
ry e Rotaract contenuto nella domanda:
il Rotary, si sa, è nato nel 1905; il primo
Rotaract Club è stato istituito nel 1968
(North Caroline). Il Rotaract è in costan-
te crescita e, con gli oltre 8.400 Club in
170 Paesi e aree geografiche, ha raggiun-
to l’internazionalità propria del Rotary.
Il che costituisce motivo per far sentire
orgogliosa tutta la famiglia rotariana.
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I rotariani hanno inventato con felice
intuito e costituito, nel 1968, il Rota-
ract. Il tempo ha dato loro ragione. In
che modo il Rotary può operare sulle fa-
miglie e sulla gioventù per trasmettere
la bontà dell’etica rotariana e tentare di
conseguenza il loro coinvolgimento?
Questa domanda che ci porta al cuore
del problema. L’aspetto della diffusione
dell’etica rotariana è un argomento che
mi sta molto a cuore, non solo perché
convinto e militante rotaractiano, ma
soprattutto per la radicata convinzione
della necessità di diffondere, esportare
i nostri principi fondamentali in un mo-
mento storico non certo facile. Come
riuscire a “contagiare” i giovani? È mia
convinzione che sia necessario privi-
legiare maggiormente la divulgazione,
programmando e organizzando vere e
proprie campagne informative, in modo
da offrire la giusta immagine per poter
creare interesse e visibilità. Promuoven-
do, per esempio, la collaborazione sul
territorio con importanti enti educativi,
associazioni o club o attuando costante
divulgazione e distribuzione della nostra
stampa, fiore all’occhiello del Rotary, an-
che come strumento di diffusione cultu-
rale. A questi utili e pratici consigli ne ag-
giungerei un altro, personalissimo: al di
là di ogni nuova ingegnosa iniziativa per
creare proselitismo o visibilità intravedo
la necessità di una stretta collaborazione
tra Interact, Rotaract e Rotary al fine di
conoscerci e proiettarci maggiormente
gli uni verso gli altri, un filo diretto tra
noi prima di tutto. Può sembrare banale,
ma credo che questo sia il primo indi-
spensabile imperativo da attuare se vo-
gliamo diffondere serenamente la nostra
etica e i nostri principi.
In quale misura il Rotary è riuscito e
riesce ad influenzare ed a formare, tra-
mite l’informazione, i giovani prima e
i Rotaractiani dopo, perché “pensin” ed
agiscano secondo i canoni del Rotary
internazionale?
Durante i numerosi anni di attività, il ro-
tary, sempre fedele alle proprie finalità
e attraverso l’attuazione dei suoi fattivi
progetti è sempre riuscito ad ampliare
la sfera dei suoi interventi contribuendo
così ad arricchire le intelligenze, le ca-
pacità, le convinzioni, le sensibilità e le
esperienze di chiunque si sia avvicinato
o abbia preso parte attiva ai suoi conso-
lidati progetti. Per esempio, attraverso il
programma RYLA, lo “scambio dei gio-
vani” è sempre riuscito a preparare i gio-
vani al mondo ed a sviluppare capacità
e attitudini richieste per poter diventare
convinti interactiani, rotaractiani e rota-
riani. La mia passata diretta partecipa-
zione ai vari RYLA ha confermato e raf-
forzato la consapevolezza che il Rotary
tutto sia veramente un bel laboratorio di
idee e di esperienze e che sia in grado di
agire nella società come positiva e incisi-
va forza di opinione.
Il Rotary e i rotariani sono considerati
da voi rotaractiani un esempio da imi-
tare? In che modo? E, in effetti, tutto ciò
avviene nella vita reale?
Sono fermamente convinto che il rotary
rappresenta una delle agenzie forma-
tive di eccellenza cui poter sempre far
riferimento. Come ormai noto, compito
di ogni rotariano è preparare le nuove
generazioni a migliorare le proprie ca-
pacità per potersi assicurare un domani
migliore. Il periodo storico che stiamo
vivendo, quantunque permeato da un
enorme e frenetico progresso che ci in-
duce all’illusorio convincimento di un
vivere migliore, mostra in effetti evidenti
limiti sotto l’aspetto umano e culturale.
Il Rotary, così com’è e per ciò che espri-
me rappresenta un modello esemplare di
vita, di una società fondata sulla solida-
rietà, sull’amicizia, sull’unione, sull’im-
pegno intellettuale e sociale. Finalità
che accomunano i “veri uomini” e che ci
permettono di superare crisi, paure ed
avversità. Altro riparo non vedo se non il
ricorso alla cultura, ai veri valori e ai veri
principi di cui il rotary si è reso e si rende
orgogliosamente portatore.
Hai potuto constatare, nella non breve
militanza, quali e quanti progressi il
tuo Club Rotaract abbia conseguito fi-
nora, in termini di consolidamento di
amicizia ma soprattutto in termini di
progetti e di azione umanitaria?
Con il pudore necessario ma con tanto
orgoglio, posso senza dubbio affermare
che il cammino effettuato dal mio Club, il
Rotaract Club di Trani, ha seguito un per-
corso di continua e ininterrotta crescita
che ha portato alla piena e completa
realizzazione degli obiettivi programma-
ti. Tanti sono stati i progetti e i service
che hanno animato il nostro territorio e
tante di più le soddisfazioni e l’appaga-
mento raggiunti dal punto di vista uma-
no. Il nostro Club ha via via sperimen-
tato, maturato e consolidato la difficile
ma meravigliosa esperienza dello stare
bene insieme. Diversi ma uguali, siamo
diventati sempre più abili e capaci di ri-
spettare le convinzioni e le idee altrui, di
comprendere, di aiutare, di diffondere e
attuare pienamente l’ideale del “servire”.
Si dice e si insiste in questi tempi per-
ché il Rotary scenda dalla classica ‘torre
d’avorio’ e si spinga e si faccia meglio
conoscere dalla comunità. Secondo te,
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