ROTARY |
marzo 2012
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QUALI GIOVANI
di Claudio Marcello Rossi
I
l parlare dei e per i Giovani occupa una larga
fetta del dibattito politico, sociale, economico e
religioso odierno. Non poche sono le cronache, gli
appuntamenti, le immagini e gli scritti provenienti
dal mondo dei giovani o ad essi dedicate, o di cui
loro sono i protagonisti. Ed anche nel Rotary non
mancano: sono di strutture associative giovanili
che al mondo Rotary appartengono, sono forme di
sostegno e collaborazione (Borse di studio, corsi,
programmi e progetti) del Rotary.
Non c’è da sorprendersi se con distratta ovvietà e
solo apparente originale acume, si usa definire i
giovani “il nostro futuro”, quasi che potesse essere
altrimenti. Sul futuro della previdenza dei giovani di
oggi, un non lontano congresso del D. 2080 portò,
grazie ad un docente della Luiss di Roma, l’eviden-
za arida e sconcertante di qualche numero ove, a
titolo di esempio, una retribuzione media nei primi
anni di lavoro dipendente, pur dopo una ragionevole
crescita media nei successivi anni legata ai ruoli
assunti, poteva produrre il diritto ad una pensione
netta non maggiore della retribuzione di partenza.
Un incubo. Appare allora un merito della strategia
dell’attuale fase politica italiana l’aver introdotto
nella manovra finanziaria, il concetto (e le norme)
della non eludibile responsabilità di una o più ge-
nerazioni, di lasciare risorse adeguate (nei fondi
di previdenza) per le generazioni che seguiranno.
I padri che risparmiano per i figli. Sembra strano
che già non fosse avvenuto così, come da antica
saggezza.
Ma c’è anche dell’altro in chiave “i giovani”; ed al-
trettanto importante. Mesi fa mi trovai di fronte ad
una vecchia foto, di quelle ingiallite, di un marrone
antico, venuta da un Rotary sardo, accompagnata
da belle e, ancor più, giuste parole che interpreta-
vano l’immagine severa di una composta scolare-
sca di scuola elementare degli anni ‘20. Le parole
parlavano del dovere, dell’utilità di interpretare con
dignità e orgoglio la propria origine in povertà, di
cui l’immagine rifletteva i tratti e la compostezza.
Si apriva così sommessamente nella mente di chi
leggeva, un altro argomento sui giovani, sugli adole-
scenti, i ragazzi. Quello del crescere e del divenire
adulti in un mondo che “cresce” ultimamente an-
che troppo velocemente (se poi è vera “crescita” lo
si vedrà). Cosa si crede che ai giovani interessi di
più per sentirsi felici e voler crescere? Siamo, noi
adulti di oggi, oltre a cercare di dare, anche ade-
guati per dire qualcosa di bello ai giovani e siamo
sempre credibili ai loro occhi? Cosa manca a loro
nel nostro dire o fare?
Nei tanti discorsi, convegni, seminari, convention
promossi nella società, si corre il rischio che pre-
valga l’angolazione tecnica o di rito con cui inte-
ressarsi ai giovani (organizzazione, studi, carriera,
previdenza, ecc.) e non si pensi o non si sappia tra-
smettere loro, o da loro ricevere, il messaggio base,
magari neppure proferito. Si parla quasi mai o poco,
con loro, dello spessore struggente e poetico legato
al divenire dell’esistenza. Ed è un grande peccato,
una grande perdita per entrambe le generazioni. È il
rischio di non trattare e coltivare, per il loro futuro,
il basilare tema dell’amore e del rispetto per le pro-
prie ed altrui radici, del mistero del mondo da ama-
re, della bellezza radicata nei dettagli umili e na-
scosti. Un capitolo - non da poco - della formazione
dei ragazzi, in vista di una loro più completa lettura
della realtà, della costante ricerca del senso insito
e nascosto delle cose, del sapere anche il buono
della convivenza con sconosciuti nel loro domani,
con sicure difficoltà che tale approccio implicherà,
ma il cui superamento finirà per essere l’inevitabile
I
NTERVISTA
AL
G
OVERNATORE
P
IETRO
N
ICCOLI
“Nel mio programma sono i giovani a
stare in prima linea, ad avere un posto
di preminenza: i giovani e il loro disagio
ad inserirsi nel mondo del lavoro, le loro
difficoltà con i nemici di sempre, l’alcool
e la droga: tengo molto ai giovani!”. Lo
dice subito Pietro Niccoli, che si presta
ad una intervista per informarci di quan-
to uno dei Distretti più “lunghi”, affollati
e complicati d’Italia ha fatto e continua a
fare per la “Quinta via d’Azione”, ovvero
le nuove Generazioni.
D
ISTRETTO
2100
L’IMPEGNO PER I GIOVANI
di Alessandra Giordano
La società
e l’associazione,
l’impegno personale
e collettivo:
situazione
e prospettive
nelle interviste
ai Governatori
e ai Rappresentanti
distrettuali dei Distretti
2100 e 2120
di Rotary e Rotaract
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