ROTARY |
marzo 2012
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esprimere speranze, sogni e ambizioni
e cercare assieme soluzioni ai problemi
più urgenti”.
Come ogni relazione umana, il legame
tra i Rotariani e Rotaractiani è in con-
tinuo divenire. Si è evoluto nel tempo
tale legame? Quali e quanti progressi
sono stati registrati, in circa 40 anni?
Occorre migliorare ancora le posizio-
ni? E come?
Il legame Rotary-Giovani affonda le sue
radici agli albori del Sodalizio rotariano.
Nel libro “La mia strada verso il Rotary”
di Paul Harris troviamo scritto “
Si dice,
talvolta, che il ragazzo non sia altro che
il padre dell’uomo. È lui che guida l’uo-
mo per i sentieri già percorsi … Ogni
adulto dovrebbe mantenere più che può
il punto di vista del giovane”
… Il Ro-
tary ha profuso crescenti energie a favo-
re dei giovani. E si capisce anche dalla
risposta alla prima domanda. Energie
che hanno fatto registrare sempre mag-
giori successi nell’ambito dei legami tra
Rotary e Rotaract. Questo non vuol dire
farci sentire completamente soddisfatti.
Quanto più la società diventa complessa
e critica, come quella attuale, tanto più
occorre rafforzare e innovare questi le-
gami. All’abusata frase “I giovani sono il
futuro del Rotary”, personalmente spes-
so contrappongo l’interrogativo “Ma il
Rotary cosa fa per il futuro dei giovani”?
E mi rispondo “non abbastanza”. E per-
ché? Perché spesso sento dire che i gio-
vani sono senza ideali, senza prospettive;
che conoscono meglio di noi le tecnolo-
gie ma sono meno capaci di “conoscere
se stessi”. E le cause di tutto questo?
Tante, tantissime. Una sopra di tutte: “la
mancanza di punti di riferimento”. Ma i
punti di riferimento non siamo forse noi
adulti? Non è forse ciascun rotariano che
dovrebbe “essere d’esempio ai giovani”?
Deve essere anche chiaro che non sono
solo gli adulti a dover migliorare le loro
posizioni nei confronti dei giovani. An-
che quest’ultimi dovrebbero impegnarsi
a migliorare i rapporti con noi adulti. I
rotaractiani, per esempio, sono spesso
coinvolti dal Rotary. Ma i rotaractiani
fanno altrettanto con i Rotariani?
Lo spirito intraprendente e operativo
dell’ideale Rotaractiano riesce ad in-
fluenzare le menti e l’agire della gioven-
tù esterna e ad infondere in essa prima
l’idea della morale rotariana e, succes-
sivamente, a favorirne la cooptazione?
E’ una domanda che andrebbe posta di-
rettamente ai giovani del Rotaract. Co-
munque, cerco di dare una risposta sulla
base di quella che è una analisi nell’am-
bito rotariano. Malgrado le tante opere
buone fatte nei suoi 107 anni di storia, il
Rotary trova l’umiltà di riconoscere che
non è riuscito ad avere una significativa
incisività nella società. Le cause possono
essere tante, interne ed esterne all’Asso-
ciazione. Soprattutto perché non siamo
riusciti a comunicare bene al nostro
esterno, a promuovere l’immagine pub-
blica del Rotary. Io penso che la stessa
incapacità si registri nel Rotaract; anche
i rotaractiani non credo che abbiano tro-
vato le giuste strategie per diffondere ed
infondere come si dovrebbe l’ideale della
morale rotariana e, quindi, per cooptare
soci che non siano per la maggior parte
appartenenti a famiglie in cui un compo-
nente è già rotariano. Sono io che chiedo
ai nostri giovani: come vi muovete nei
posti di ritrovo dei giovani, nelle Univer-
sità, nelle scuole, attraverso Facebook,
Twitter?
Secondo lei, quali dovrebbero essere le
qualità di un rotaractiano ad entrare
nelle fila del Rotary?
Le stesse richieste per essere affiliati al
Rotary: serietà professionale, integrità
morale, ma soprattutto vocazione a ser-
vire gli altri. Non ho parlato volutamen-
te di “alto livello professionale” (inteso
quasi sempre l’aver raggiunto l’apice del-
la carriera) sia perché, così ragionando,
non potremmo mai conseguire quel “rin-
verdire” la compagine sociale raccoman-
dato dal Rotary Internazionale sia ancor
di più perché l’essere il professionista
più affermato del territorio, senza avere
la qualità del piacere di “risolvere i pro-
blemi degli altri”, non vuol dire essere un
buon rotariano.
Nel mondo si contano oggi 194mila
Rotaractiani, contro 218mila Rotaria-
ni. Non le sembra opportuna, se non
necessaria, una maggiore espansione
dei Club giovanili, perché si uniscano
ai Rotariani e diffondere nel mondo la
voce e l’opera di solidarietà e di pace
della nostra Associazione?
Sul piano mondiale, nell’ultimo semestre
del 2011 si è registrato il passaggio da
1.196.423 a 1.218.199 rotariani (+21.776
Soci) e un aumento dei Club da 34.106 a
34.282 (+176 Club nel mondo). La situa-
zione non è certamente entusiasmante,
perché è da circa 8 anni che l’effettivo
del Rotary resta pressoché lo stesso.
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