ROTARY |
novembre 2012
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venti endemica qui, abbiamo bisogno di
un programma nazionale, applicato siste-
maticamente. Ma non accadrà”.
Accusa il governo per quelli che chiama
“tagli orizzontali al budget”, un approc-
cio che non vede priorità e non ricono-
sce emergenze, come la malaria o l’HIV.
“Sono concentrati sui numeri”, dice. “Ma
questa è più che matematica. Si tratta di
vita o di morte”. Per cercare di colma-
re il gap, l’associazione dei medici gre-
ca e la chiesa ortodossa hanno aperto
dei policlinici che offrono trattamenti
medici gratuiti. In più i comuni hanno
organizzato delle “farmacie sociali” che
provvedono alle medicine per le persone
che non possono permetterselo. A parti-
re da maggio la Grecia è stata costretta
a pagare l’intero prezzo delle medicine
perché lo stato di esercizio dell’organiz-
zazione nazionale per la previdenza so-
ciale (EOPYY), che aveva coperto fino a
quel momento il 75 percento del costo,
era a corto di soldi. Di conseguenza, le
farmacie si erano rifiutate di fare pre-
scrizioni a credito alle persone assicura-
te con EOPYY, sostenendo che lo stato
già doveva più di 1 bilione di euro di pre-
scrizioni. Con pensioni e salari ridotti,
alcune persone gravemente malate non
potevano permettersi di comprare le
medicine. In più molte centinaia di me-
dicine erano semplicemente introvabili,
perché i fornitori si rifiutavano di portar-
le agli ospedali pubblici che non aveva-
no pagato un conto totale di 130 milioni
di euro. La situazione era di pericolo di
vita. In estate l’associazione panellenica
farmaceutica ha decretato in assemblea
“abbiamo malati di cancro che vanno di
ospedale in ospedale per carcare medi-
cinali perché nessuno può permettersi
di comprarli”. Le circostanze sono così
disperate che i parenti dei deceduti per
cancro hanno offerto alle farmacie e alle
farmacie sociali i farmaci avanzati per
supplire alle loro carenze. “Non vedo
luce in questo tunnel”, dice Veizis.
Ma la crisi sarà ancora peggio, special-
mente se la
troika
non sarà soddisfatta
dal ritmo delle riforme. “La loro reazione
sarà di smettere di aiutarci, e costringer-
ci a lasciare l’euro” dice Monogios. “E
lasciare l’euro per la Grecia sarà come
una condanna a vivere una versione mo-
derna dell’Inferno di Dante”.
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