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OPINIONI
lo locale e internazionale.
Una pressione devastante per l’interes-
se del Rotary, perchè genera non solo
insofferenza, ma anche il desiderio di
evadere” con manifestazioni estranee
al Rotary, in cui il Club a volte non è più
un Rotary Club, ma solo un luogo dove
gruppi di amici si riuniscono per vivere
momenti che nulla hanno a che fare con
la progettualità dell’azione rotariana.
Conseguenza fin troppo evidente: lo spi-
rito vocazionale del rotariano sta venen-
do a mancare. La storia, lo sviluppo, le
regole, gli obbiettivi del Rotary non inte-
ressano il nuovo rotariano, lieto di aver
trovato un gruppo di amici per trascor-
rere il tempo libero, e nel contempo uno
status symbol da utilizzare per i propri
affari. Un cammino all’inverso rispetto
alle origini quando il Rotary, nato con
scopi anche utilitaristici, pervenne in
breve a sviluppare programmi a favore
del benessere sociale, della comprensio-
ne, della cooperazione.
È il momento di riflettere, è tempo di
chiedersi cosa vogliamo essere, qua-
le cammino vogliamo percorrere, ma
soprattutto quale futuro si vuole per il
Rotary. Molti rotariani che ancora avver-
tono l’orgoglio dell’appartenenza se lo
chiedono da non poco tempo, forse per-
ché hanno avuto il sentore che qualcosa
sta cambiando. E qualcosa è cambiato.
Se cambieremo ancora, e cambieremo,
ce lo diranno i prossimi Consigli di Le-
gislazione.
Sarà ancora Rotary?
Il Sistema Rotary si fonda sui
Documen-
ti Costitutivi
del Rotary Internazionale
che sono lo Statuto e il Regolamento del
Rotary Internazionale e lo Statuto Tipo
del Rotary Club.
A essi si affiancano i
Documenti Legali
che sono il Regolamento tipo del Rotary
Club, il Regolamento e l’Atto Costitutivo
della Fondazione Rotary, nonché altri
Documenti
come
il Rotary Code of Po-
licies
che contiene le politiche delibera-
te dal Board, il
Rotary Code of Policies
della Fondazione Rotary
per le delibere
dei Trustees, le
Decisioni
dei Consigli
di Legislazione
,
organo legislativo del
Rotary Internazionale, e i
Supplementi
dei Documenti Costituzionali
.
Sono
documenti che consentono, se cono-
sciuti, di entrare nel Sistema Rotary, di
approfondire la sua filosofia, la sua mo-
rale, i suoi ideali, i suoi programmi, la
sua spinta umanitaria attuata tramite la
Fondazione.
Una società civile si riconosce dalla ca-
pacità di osservare le leggi.
Il Rotary ha le sue Regole.
Un Rotary Club efficiente è certamente
osservante di quelle regole. Ma per ri-
spettarle è necessario che i soci le cono-
scano. È compito dei Dirigenti dei Rota-
ry Club promuovere tale conoscenza. Se
ciò non accade dovremo dare ragione a
Bernard Show il quale, a chi gli chiedeva
dove conducessero le strade del Rotary,
rispose: “
in sala da pranzo
”.
Non è certamente quello che intendiamo
diffondere. Si parla tanto di rafforzare
l’immagine del Rotary all’interno delle
Comunità. Ma non si dice di quale imma-
gine si parla. Le leve motivazionali per
un reale rafforzamento derivano dalla
consistenza dei Rotary Club, dai criteri
di sviluppo dell’effettivo che vengono
adottati e dalla consapevolezza di essere
parte di un sistema interamente dedica-
to al bene dell’umanità.
Ma a volte si ha il sentore che molti, trop-
pi soci non abbiano tale consapevolezza.
E dunque sembra giunto il momento di
recuperare la propria identità.
Si cominci dalla fiducia dei Soci.
Si cominci con il definire una politica di
espansione senza rincorrere obbiettivi
di forte incremento del numero di soci,
che fino a ora si sono rivelati fallimentari
sul piano della qualità associativa. Una
politica dissennata delle ammissioni
non rafforzerà mai l’immagine del Rota-
ry, ma la deprimerà con esiti negativi sia
per l’interno che per l’esterno.
Si cominci dunque con l’autoconvinzio-
ne che l’immagine è sempre conseguen-
te alla qualità degli uomini e delle donne
che formano il corpo associativo, al loro
livello culturale e professionale oltre
che morale. Si cominci con il definire
in modo chiaro i contenuti di un Rota-
ry Club. Si cominci con il rafforzare le
regole che disciplinano la vita dei Club
che, anche se chiaramente espressi e nei
Documenti citati, non sono conosciute,
né ci si preoccupa di farle conoscere nel
modo dovuto. Si cominci dalla discipli-
na delle contribuzioni. Molti sono i soci
che hanno lasciato o stanno per lasciare
il proprio Club perché non sopportano
una pressione invadente. Si cominci a
fare in modo che la struttura associativa
abbia tra i propri leader persone di com-
provata cultura internazionale, tale da
formulare al Board proposte decisionali
in linea con le diverse culture del mondo
rotariano. Una fonte che decide il futuro
di qualsiasi organismo, ha piena respon-
sabilità per le conseguenze che derivano
dalle decisioni assunte. Recentemente
un Amico mi ha ricordato un vecchio
monito di Nietzsche: “
lasciare accadere
un male che si può impedire, vuol dire
praticamente commetterlo”
.
Un monito valido per qualsiasi compor-
tamento umano, del singolo come di un
sistema collegiale. Ed è un male se un
Rotary Club non è efficiente. È un male
se nei Club si parla poco di Rotary.
È un male se non tutti i Club consegnano
al nuovo socio il Manuale di Procedura
all’atto dell’ammissione e se non se ne
fa comprendere l’importanza. È un male
se i nuovi soci non vengono informa-
ti sulle origini, lo sviluppo, le attività,
la struttura del sodalizio. È un male se
non si illustrano i documenti costitutivi
e legali del Rotary. È un male un’espan-
sione incontrollata sinonimo di maggiori
entrate. È un male camuffare tale scopo
con la necessità di ampliare un organi-
co quale forza di maggiore penetrazione
operativa. È un male dare per scontato
ciò che scontato non è, e cioè che il Ro-
tary Club sia efficientemente operativo
sul proprio territorio e consapevole
della propria identità. Nell’ambito di un
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