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POLIO
THOMAS R. FRIEDEN: Sappiamo che
il poliovirus può annidarsi in aree ad
alto rischio incontrollate, abbiamo bi-
sogno di essere sicuri che questo non
accada dopo il caso “ultimo”. Quando
rallenteremo l’attuale sforzo intensifi-
cato per il ridursi dei focolai, saranno
liberati i fondi per la post-eradicazione.
Parte del nostro investimento nell’era-
dicazione è stato destinato a paesi che
si sono assunti la piena responsabilità
per vaccinazione di routine e monito-
raggio.
ANTHONY LAKE: Sostenere tali costi
è essenziale per realizzare lo sviluppo
sostenibile e la vittoria sulla malattia
invalidante. Penso che i donatori che
hanno a cuore l’iniziativa, e sono tan-
ti, siano consapevoli del punto in cui ci
troviamo. Stiamo lavorando sodo per
rendere il programma sempre più effi-
ciente, e per sostenere gli sforzi nazio-
nali per mantenere i paesi
Liberi dalla polio fino al giorno in cui
finalmente la polio non sarà più una
minaccia.
Cosa dire a chi pensa che le risorse
spese per l’eradicazione della polio sa-
rebbero meglio utilizzati altrove?
JOHN HEWKO: Direi cinque cose. In
primo luogo, se optassimo per il solo
controllo della polio invece che per
l’eradicazione, gli esperti dicono che il
virus potrebbe rimbalzare a 10 milioni
di casi nei prossimi 40 anni. In secon-
do luogo, abbiamo gli strumenti tec-
nici per l’eradicazione della polio. Gli
strumenti per debellare altre malattie,
come l’HIV, non sono disponibili. In
terzo luogo, l’eradicazione della polio è
un buon investimento. In quarto luogo,
le attività di eradicazione della polio
rafforzano il sistema degli interven-
ti sanitari. E, infine, l’eliminazione di
successo della polio pone le basi per la
prossima grande iniziativa per la salute
globale.
MARGARET CHAN: L’eradicazione
della polio è il miglior investimento,
da qualunque prospettiva lo si
osservi, sanitario, economico,
umanitario. Oggi, più di cinque
milioni di bambini, che altri-
menti sarebbero paralizzati,
camminano.
Si calcola che circa $50 mi-
liardi saranno risparmiati
entro il 2035, la maggior
parte di questi nei paesi a
basso reddito, una volta
che la poliomielite asrà
stata
completamente
debellata.
JEFF RAIKES: Dobbia-
mo finire il lavoro che
abbiamo iniziato. Non ha
senso fermarsi al 99%. Gli
esperti concordano sul fatto che,
se non sarà eliminato ogni ultimo
caso di polio, il virus si diffonderà ra-
pidamente anche in paesi in cui è stato
eliminato. Se questo accade, le risorse
necessarie per contenere la poliomieli-
te saranno a scapito di altre
iniziative sanitarie globali.
ANTHONY LAKE: Vorrei incoraggiare
le persone a considerare il costo dell’i-
nazione: mettere 200.000 bambini più
poveri del mondo a rischio di paralisi
ogni anno.
MARGARET CHAN: Gli investimenti
per sradicare la poliomielite determi-
nano il beneficio di altre prestazioni
per la salute pubblica, come effetto
consequenziale. La vasta rete di sorve-
glianza della polio aiuta a individuare
e a rispondere ai focolai di malattie,
tra cui il morbillo, il tetano neonatale,
la febbre gialla, l’influenza aviaria, e la
meningite.
Le infrastrutture di eradicazione e di
personale sono parte integrante dei
servizi di routine di rafforzamento
dell’immunizzazione.
THOMAS R. FRIEDEN: Fino a quando
la polio esiste anche in un solo angolo
del mondo, rimane una minaccia per
tutto il mondo. Non è il momento di
smettere.
Margaret Chan
,
della Re-
pubblica popolare cinese è di-
rettore generale dell’Organizza-
zione Mondiale della Sanità dal
2006.
Entrata in OMS come
direttore del Dipartimento per la
Protezione dell’ Ambiente Uma-
no nel 2003, nel 2005 è stata
nominata direttore del centro di
sorveglianza delle malattie tra-
smissibili e rappresentante del
direttore generale per la pan-
demia influenzale. Nello stesso
anno è stata nominata Vice Di-
rettore Generale per le malattie
trasmissibili. Prima di entrare
in OMS, Chan è stata direttore
della sanità di Hong Kong. Ha
lanciato nuovi servizi per preve-
nire la diffusione della malattia
e promuovere una migliore sa-
lute. Ha anche introdotto nuove
iniziative volte a migliorare la
sorveglianza delle malattie tra-
smissibili e per promuovere la
formazione dei professionisti per
la salute pubblica e stabilire una
migliore collaborazione locale e
internazionale. Ha anche gestito
l’emergenza influenza aviaria e
della sindrome respiratoria acuta
grave (SARS).
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