ROTARY |
settembre 2012
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re fiduciosi. I leader di questi
paesi sono impegnati con noi
e gli altri partner.
Cosa alimenta il vostro
ottimismo, vista la diffi-
coltà nell’eliminare l’1%
residuo di casi?
ANTHONY LAKE: Il pro-
gresso che abbiamo re-
alizzato in alcune delle
situazioni più difficili, e
la promessa di costruire il
futuro su questo progresso,
che dal 1988 è stato davvero
notevole. E nel 2011, abbia-
mo registrato l’1% dei casi re-
sidui, il numero di casi segnalati
più basso che abbiamo mai avuto. L’In-
dia ha dimostrato che possiamo farcela.
JOHN HEWKO: Nel corso degli ultimi
25
anni, gli sforzi di eradicazione han-
no resistito a crisi economiche, con-
flitti, disastri naturali, e a diversi livelli
di volontà politica. Le battaglie da vin-
cere non sono sempre rapide e facili,
ma dobbiamo mantenere la rotta fino a
quando l’obiettivo sarà raggiunto.
MARGARET CHAN: Siamo ottimisti
perché sappiamo che la strategia per
sradicare la polio funziona. La malat-
tia è stata eradicata al 99% nel mondo
spesso in condizioni molto difficili. Un
motivo di orgoglio dal punto di vista
professionale. A livello personale, è il
desiderio universale dei genitori di tut-
to il mondo di offrire una vita migliore
ai propri figli, quello che mi rende dav-
vero ottimista.
Che cosa potrebbe indurvi a cambiare
strategia?
THOMAS R. FRIEDEN: La strategia di
base è di fornire dosi multiple di vacci-
ni efficaci per un gran numero di bam-
bini, con gli sforzi guidati da precisa
sorveglianza virologica. La strategia si
è già modificata nel tempo, quando è
stato chiaro che in alcune zone erano
necessarie molte più dosi di vaccino
del previsto e che alcuni gruppi a ri-
schio non erano stati raggiunti. Tutti i
partner della GPEI sono aperti a propo-
ste innovative per ottenere il risultato
più velocemente. Continua l’innovazio-
ne - come il vaccino bivalente e la fiala
monitor che cambia colore se la catena
del freddo è stata interrotta - che è un
punto fondamentale della strategia per
superare il traguardo.
MARGARET CHAN: Il nostro scopo
non è solo quello di eradicare la polio,
ma di farlo nel modo più efficiente e
più veloce possibile. Valutiamo costan-
temente i nostri approcci strategici con
nuove tattiche. La strategia di base non
cambia: vaccinare ogni singolo bambi-
no. Il nostro compito è quello di capire
come meglio farlo.
Tutti voi avete dovuto confrontarvi
con la stanchezza dei donatori. Come
vi preparate ad affrontare il problema
dei costi notevoli da sostenere per la
certificazione del mondo libero dalla
polio?
JOHN HEWKO: È importante continua-
re a informare ed educare i Soci dei Ro-
tary Club, i politici, e il pubblico sullo
stato di avanzamento dell’eradicazione
e su cosa ci vorrà per finire il lavoro.
I Soci dei Rotary Club hanno raccolto
più di $1 miliardo a sostegno dell’ini-
ziativa e si sono impegnati a seguire il
programma fino alla certificazione.
I Rotariani sono attivamente impegnati
nel raggiungere i governi e le istituzio-
ni, sollecitandole, e nel verificare le ri-
sorse necessarie per completare questo
ultimo giro di gara per l’eradicazione
della polio.
MARGARET CHAN: Una volta elimina-
ta la polio, la sfida sarà assicurare che
rimanga eradicata. Avremo bisogno di
insistere sull’importanza di investire
nel processo di eradicazione, fino alla
certificazione. Allo stesso tempo, sfrut-
teremo l’infrastruttura dell’iniziativa
per garantire che i benefici più ampi
siano pienamente sfruttati.
Anthony Lake
è direttore ese-
cutivo dell’UNICEF, dal 2010.
Ha gestito la politica estera, di
sicurezza nazionale, delle que-
stioni umanitarie, e di sviluppo
ai i livelli più alti: consigliere per
la sicurezza nazionale (1993-
97)
sotto il Presidente degli
Stati Uniti Bill Clinton, e diret-
tore della pianificazione politica
durante l’amministrazione del
presidente Jimmy Carter
(1977-81).
Nel 2007-08, ha ri-
coperto la carica di consigliere di
politica estera per la campagna
presidenziale di Barack Obama,
un ruolo che ha anche eseguito
durante la campagna presiden-
ziale Clinton del 1991-92. La-
sciato il governo è stato inviato
speciale del presidente degli
Stati Uniti, in Etiopia ed Eritrea,
e poi ad Haiti,1998-2000. I suoi
sforzi hanno contribuito
al raggiungimento dell’accordo
di Algeri che pose fine alla guer-
ra tra Etiopia eEritrea. Ha anche
svolto un ruolo di primo piano
nella definizione delle politiche
che hanno portato alla pace in
Bosnia-Erzegovina e in Irlanda
del Nord.
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