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ROTARY
gen./febb. 2013
ROTARY E SOCIETÀ
INTERVISTA
CREDO PROPRIO CHE STEFANO FASSINA CONOSCA POCO
IL ROTARY E CIÒ CHE IL CLUB PROMUOVE PER LA COLLET-
TIVITÀ, ALTRIMENTI AVREBBE EVITATO ESPRESSIONI COSÌ
INCAUTE
- a parlare è Raffaele Pallotta d’Acquapendente,
senior leader del Rotary international, già presidente del
Club Napoli e governatore del Distretto Rotary 2100. Il suo
riferimento è alle dichiarazioni del responsabile economico
del Pd, secondo cui “la lista Monti, visto anche il livello di
reddito di coloro che ne fanno parte, sembra tanto la lista
del Rotary Club”.
Professor Pallotta, Fassina implicitamente ha definito il
Rotary come espressione dell’aristocrazia economica e
finanziaria italiana. Lei come replica? Nei Rotary Club c’è
piuttosto un’aristocrazia delle competenze, ma non certo
del censo. E questa aristocrazia fa sicuramente politica, ma
bisogna intendersi su questo termine.
Come spiegherebbe, magari allo stesso Fassina, la vostra
azione politica? I rotariani si occupano della “polis”, ossia
del bene comune, in una forma di servizio che supera la
logica della rappresentanza partitica. E tutto ciò in spirito di
volontariato, mettendo assieme risorse intellettuali e anche
materiali che sono esclusivo frutto dell’impegno dei soci.
Questo significa per noi fare politica. Nel
Rotary operano, fianco a fianco, consoci
che si riconoscono in ideologie o in visio-
ni filosofiche e religiose differenti fra loro,
ma che si muovono insieme per obiettivi
comuni. In questo senso rappresentiamo
una palestra di tolleranza e di confronto
nel rispetto di chi la pensa in modo di-
verso da noi. Ci riconosciamo proprio in quei valori che oggi
mancano nella politica italiana.
Vuole dire che c’è poco Rotary nella politica italiana? Di
sicuro c’è poco spirito rotariano. Ossia di quello spirito che
ritiene l’etica, il rispetto e la fiducia reciproca valori fon-
danti di qualsiasi espressione della vita collettiva. Di quello
spirito che induce a superare le differenze e a focalizzarsi
sui problemi e sul modo di risolverli. Sotto questo punto di
vista Fassina e altri politici di tutte le forze in campo avreb-
bero, credo, molto da imparare dal Rotary.
Rotary come scuola di sussidiarietà? Anche. Siamo un buon
esempio di ciò che la società civile può fare, quando decide
di impegnarsi in prima persona, senza attribuire ad altri
deleghe in bianco.
MAGARI FOSSE VERO CHE ALLE
PROSSIME ELEZIONI CI FOSSE UNA
LISTA RISPONDENTE AGLI SCOPI DEL
ROTARY!
- Leggo sulla stampa di ieri
una frase che Stefano Fassina avrebbe
pronunciato in replica alla critica fatta
da Mario Monti alle sue politiche conser-
vatrici per il lavoro: “Per i livelli di reddi-
to di coloro che ne entrano a far parte, la
lista Monti somiglia sempre più alla lista Rotary”. Lungi qui
qualsiasi mio intento polemico verso questo o quel partito o
movimento politico.
Da rotariano di lunga militanza (sono nel Rotary dal 1976)
ma sono già state già rese disponibili le prime conclusioni:
Il Rotary ha la forza per ottenere il successo e questa
deriva dalla combinazione di due valori che la rendono
unica rispetto le altre organizzazioni di servizio: leadership
+ servizio. Il pubblico vuole ciò che il Rotary può offrire,
dobbiamo solo farglielo capire.
Il mondo si sta muovendo nella nostra direzione.
Sicuramente dobbiamo recuperare un gap nel campo della
comunicazione, accelerare il passo ed affrontare il mondo
dei media con maggiore professionalità ma è ognuno di
noi che con la propria azione e con il proprio esempio è
testimone dei valori del Rotary e può fornire la migliore
immagine di quello che siamo, di quello che facciamo e
del perché gli altri dovrebbero interessarsi di noi.
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