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poi al dovere di accettare la diversità,
come base per la convivenza, sottoli-
neando che comunque l’Europa avrà
bisogno di questa massa di lavoratori,
che andranno tutelati nei loro diritti,
partendo principalmente dalle donne
a dai minori. Si è poi ricordato come
sia proprio il Rotary a possedere le ca-
pacità di intermediazione che possano
portare il Mediterraneo ad essere un
mare di Pace, proprio il mare nostrum
dei Romani, già influenzato dalla fe-
conda civiltà araba che nel Medioevo
è stata apportatrice di colture agricole,
sistemi di irrigazione, conoscenze ma-
tematiche ed astronomiche. Nell’uomo
immigrato le vecchie radici possono
coesistere con le nuove, comportando
un arricchimento di cultura che, nel
caso specifico della Tunisia, può con-
tare su un popolo che sta gestendo il
proprio cambiamento e può contribu-
ire alla condivisione del processo di
sviluppo e può rappresentare per noi
un’occasione da non perdere nel mon-
do senza confini della globalizzazione.
Nelle more dei dibattiti c’è stato un
incontro a Barcellona con il PRID Julio
Sorjus, che ha auspicato una maggiore
collaborazione tra le due sponde del
Mediterraneo, ricordando come l’im-
migrazione clandestina, che troppo
spesso provoca la morte, suscita uguali
sentimenti di indignazione in tutti.
Il Rotary in Italia può fare molto per
attivare l’attenzione generale su questo
argomento e una nota in questo senso
è stata presentata alla Conferenza sul-
la Pace di Berlino.
La sessione tunisina ha visto la parte-
cipazione dell’Ambasciatore italiano
Piero Benassi con l’auspicio che l’Italia
possa guardare all’immigrazione come
ad una preziosa opportunità e di ben tre
Governatori, la cui esperienza è valsa
a sottolineare ancora come l’amicizia
tra Italia e Maghreb possa contribuire
alla riproposizione del Mediterraneo
come mare di pace, partendo dalla
continuità politica e culturale che già
fu una caratteristica peculiare dell’Im-
pero Romano fino al miglioramento
odierno delle relazioni amichevoli, ba-
sato sulla valorizzazione delle diversità
e superamento delle barriere, propri
dell’attività dei Comitati InterPaese.
I mezzi di azione sono ancora il dia-
logo interculturale, la formazione per
lo sviluppo, e poi alcuni programmi
concreti in fase di completamento:
assistenza alla medicina ed ai medici
maghrebini (nel caso specifico la cura
della talassemia endemica è stata pe-
culiare); progettazione di nuovi sistemi
di utilizzazione razionale delle risorse
idriche; ideazione di un modello di vil-
laggio sostenibile standard; creazione
di una azienda basata sulla tecnologia
italiana in Tunisia. Una nota di warning
finale ci ha ricordato come lo studio
dei flussi migratori debba necessaria-
mente prevenire il fenomeno di quella
specie di neo-schiavitù di massa, che
porta spesso a condizioni di traffici
raccapriccianti di uomini nel vasto pro-
blema dell’immigrazione clandestina.
A La Valletta infine, in un incontro
col Club locale il Presidente del R.C.
Malta ci ha ancora una volta ricordato
come il valore della cultura ci possa
aiutare per far crescere economia, soli-
darietà e progresso.
Presentando brevemente i progetti con-
creti dei quali si è lungamente parlato
durante la navigazione e poi a Tunisi,
gli argomenti sono stati i seguenti.
Il primo progetto esposto si è riferito
all’attuazione di un villaggio sostenibi-
le standard. La realizzazione sperimen-
tale di questo è già stata realizzata in
Italia e potrebbe essere esportata fa-
cilmente in un paese come la Tunisia,
sostanzialmente agricolo, con alcuni
spazi aperti molto adatti a tale tipo di
realizzazione modulare.
Poi si è parlato del programma che pre-
vede il miglioramento della competen-
za di funzionari governativi in Tunisia,
nonché la formazione degli agricoltori,
per l’uso dell’acqua senza conflitti, con
uno sfruttamento corretto delle falde.
Infine la formazione di capitale umano,
mediante il contributo di una univer-
sità italiana nel gemellaggio tra Club
italiani e Club tunisini per la creazione
di un luogo di conoscenza e ricerca
per l’innovazione riguardo attività eco-
nomiche, commerciali e di relazione
nell’ambiente mediterraneo. Tale rea-
lizzazione oprevede la costituzione di
un Rotary Camp, da svolgersi in una
località presso Roma, dove giovani Ro-
taractiani, provenienti da paesi diversi,
possano mettere in comune esperienze
diversificate, in campo sportivo, cul-
turale e artistico in una tre-giorni re-
sidenziale, con l’assistenza di tutor
Rotariani. Finora c’è stata l’adesione
di alcuni Club italiani, tunisini, turchi
e maltesi.