Rivista Rotary | Dicembre 2015 - page 39

39 opinioni
OPINIONI
È quindi necessario che il nostro lavoro nel club e nel coordi-
namento distrettuale sia basato sulla gioia di stare assieme,
uniti nel servizio e protesi nel nostro obiettivo di essere punti
di riferimento della società civile, che possa giudicare la
nostra azione necessaria e favorevole al riscatto morale e so-
ciale e alla necessità di creare nei nostri club la futura classe
dirigente del Paese, in un momento storico che sembra privo
di ideali, di idee associative e politiche e di decisioni neces-
sarie per formularle, difenderle, confrontarle e, se possibile,
associarle su specifici programmi. Questa è la vera missione
dei nostri club!
E ora arriviamo al mio sogno ricorrente: quello di aggirarmi,
novello Dante senza Virgilio, in un distretto ideale, cioè quello
che dovrebbe essere nella realtà un distretto del Rotary, va-
gando tra sensazioni e piacevoli realtà o, meglio sarebbe defi-
nirle struggenti speranze. Che bello girovagare in un distretto
dove i rotariani sono tutti legati da quel vincolo di stima che
conduce all’amicizia operosa, e non fine a se stessa, per ren-
dere i propri club luoghi di operosità, di lealtà, di sincerità.
Dove con una dialettica legata alle diverse professionalità e
alle varie impostazioni di politica sociale si giunge poi sempre
a un comune programma d’azione. Che bello girovagare in un
distretto dove i club vivono una vita operosa e opportuna e
sono legati da reciproco rispetto e considerazione per quanto
fanno e si propongono di fare, senza nessun tipo di invidia
o rancore tra loro che li conduca a battaglie inutili, quanto
mai comiche e negative sui riflessi che hanno sulla vita in
comune. Che bello incontrare amici, nel senso rotariano
della parola e non compagni di mensa, e poterci salutare con
lealtà e serenità, consci di portare avanti dignitosamente e
gioiosamente il compito difficile che ci siamo volontariamente
assunti. Che bello ritrovarsi tra amici che hanno svolto l’im-
portante servizio distrettuale di governatore con affetto, senza
recriminazioni e senza dietrologie negative sulle reciproche
attività. Che bello trovarsi tra rotariani che sanno stimare e
apprendere da governatori, governatori emeriti, presidenti e
presidenti degli anni trascorsi, la loro esperienza senza aria
di sospetto e di timore che stiano tramando chissà quale
congiura di palazzo. Che bello aprire la casella di posta elet-
tronica sul proprio computer o sul proprio telefono, senza
trovare quelle inopportune, riprovevoli e sconsiderate “catene
di sant’Antonio” che criticano questo o quello e che profittan-
do delle pur utili per le informazioni mailing list distrettuali,
che si rivolgono a una quantità di persone, la maggioranza
delle quali, costituita da rotariani di lungo corso, che per
fortuna cliccano per eliminarle senza leggerle. Ma per tutti
quei giovani rotariani che muovono, nei club e nei nuovi club,
i primi passi in un Rotary che hanno scelto per convincimento
e per il bisogno d’impegnarsi a favore della comunità locale,
nazionale e internazionale, producono sconcerto, e possono
indurli ad avere dubbi sulla loro scelta. Che bello trovarsi tra
rotariani che svolgono mansioni pubbliche di rilievo senza che
usino quell’aria diffidente, chiedendo loro che: “Ovviamente,
il Rotary deve restare fuori dalla porta dell’ufficio”. Eppure,
fuori dal sogno, è successo, inducendomi a chiederci: “Con
chi credono costoro di avere a che fare? Non si vergognano?
Perché continuano a portare la nostra rotellina di solidarietà
sporcandola? Ma siccome nel mio sogno non avvengono tali
porcherie, spero di non svegliarmi presto! È vero che niente è
dovuto da un rotariano a un rotariano perché nessuno di noi è
obbligato a esaudire richieste che non siano improntate alla
massima rettitudine comportamentale. È, però, altrettanto
vero che, proprio in base a questo principio, la richiesta di
un rotariano non dovrà mai essere sottovalutata da un altro
rotariano perché si tratterà sempre di una richiesta legittima e
corretta. Che bello incontrarci, stringerci la mano e guardarci
con gioia negli occhi, magari senza falsi baci e abbracci o
altre ipocrite espansioni affettive. Sentirci parte attiva di una
piccola squadra decisa, forte, concreta e lealmente unita
che, come avviene nel vostro distretto, cerca continuamente,
riuscendovi, a individuare e convincere nuovi amici a lavorare
insieme. Che bello vedere indicare i nuovi futuri governatori
senza il pesante clima del sospetto della prevaricazione e
di incredibili accuse di lesa democrazia, ma solo per la loro
capacità di saper ben rappresentare ai club distrettuali gli
indirizzi del Rotary International. Che bello trovarsi tra amici
rotariani che non cercano, né pretendono di poter avere un
governatore del proprio club perché non l’hanno mai avuto.
Essi sanno che il governatore non è un’onorificenza per i club.
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