Rivista Rotary | Gennaio 2016 - page 46

In una grande organizzazione internazionale molte sono le
declinazioni e i modi di interpretare i criteri di ammissione
delle nuove leve. Negli anni sono anche mutate premesse e
condizioni. Su due tematiche, però, non ci sono e non ci pos-
sono essere elementi di discussione: la qualità dei nuovi soci
e la consapevolezza del ruolo che questi andranno a ricoprire.
L’annata che stiamo tutti percorrendo, dice, s’incentra so-
stanzialmente su una parola: ‘patrimonio’, l’abbiamo utilizza-
ta in molti contesti, quello artistico, quello culturale, quello
economico; ma il vero patrimonio del Rotary sono i soci.
Tutti noi, ognuno con le proprie peculiarità, personali e pro-
fessionali, rappresenta una componente di quel patrimonio
che rende efficace e presente il Rotary nel mondo. Il nostro
primario dovere è conservare e aumentare questo nostro stra-
ordinario patrimonio, in qualità e quantità.
Assolutamente condivisibile e, in linea teorica, neppure un
obiettivo troppo difficile da perseguire, eppure...
Eppure, se osserviamo le attuali cifre a livello distrettuale,
notiamo che l’effettivo sta scendendo. Frequentemente viene
rilevato come sia difficile acquisire nuovi soci, oppure come
in alcuni territori vi sia una forte concorrenza di altri club
service, e di come, in alcuni sodalizi, si sia giunti a una sa-
turazione, o magari si teme che l’ingresso di nuovi soci possa
“alterare” la vita di operosa tranquillità di un club.
Com’è possibile porre rimedio a questa situazione? Il proble-
ma è così forte e radicato?
Mi sembra che il calo in termini di effettivo non sia sempre
fonte di approfondita riflessione, anzi, mi sembra che qualche
volta venga visto come una naturale, e magari auspicata, con-
seguenza, quando ci si trova di fronte a soci non proprio con-
vinti della loro adesione. Tuttavia, se dovessimo sintetizzare,
dovremmo ammettere che l’aumento di soci può essere inter-
pretato come un indicatore di salute, mentre la diminuzione,
l’esatto contrario. In ogni caso, aldilà di soluzioni meramente
tecniche o di consuetudini organizzative che in genere utiliz-
ziamo a metà o a fine anno, desidero soffermarmi sulla parte
cui tengo di più ed è quella della cultura del Rotary.
IL VERO PATRIMONIO DEL ROTARY
quello che conta sono le persone, i rotariani
EFFETTIVO
non si frena neppure il fenomeno delle dimissioni, su cui ho
incentrato a giugno il tema del seminario sull’effettivo e sul
quale tutti dobbiamo interrogarci. A tutti i presidenti rivolgo
ancora l’invito a tenere sotto controllo l’effettivo, che rimane
la spina nel fianco del Rotary europeo e, nonostante gli sforzi
profusi, fatichiamo a risalire la china di un trend negativo
imboccato ormai da troppi anni. Ottimo motivo per spendersi
ancora con più energia per far sì che anche l’anno rotariano
possa finire in positivo. Se la Zona 12 (che comprende i 13
distretti italiani) chiuderà in crescita per il secondo anno
consecutivo, allora vorrebbe dire di avere dato anche il nostro
contributo a un’inversione di tendenza dopo anni di flessioni.
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ROTARY
gennaio/febbraio 2016
Intervista al Governatore Paolo Pasini.
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