LA SFIDA
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Il problema può essere così enunciato: “Senza rotariani non
c’è Rotary”.
Mio padre diceva: “Ogni problema può essere visto come
un’opportunità”.
È innegabile che da alcuni anni uno dei problemi ricorrenti
nelle discussioni rotariane sia quello legato al calo dell'effet-
tivo. Com’è vissuto il problema nel Distretto 2050?
Siamo tutti a conoscenza che esiste, da qualche anno, il
problema del calo dell’effettivo in alcuni continenti, stati e
distretti. Il Distretto 2050 non sfugge a questa situazione
anche se vari fattori hanno influito a ridimensionare il proble-
ma. Innanzitutto perché se ne è avuta la percezione già da
alcuni anni e se conosci il problema, sai come combatterlo.
Poi l’abilità e la determinazione dei governatori che si sono
succeduti, la situazione economica lombarda, difficile ma
non tragica come in altre regioni, e la coscienza associazio-
nistica dei lombardi. Infine l’entusiasmo rotariano che ha
sempre contraddistinto i soci del Distretto.
Per dare una risposta concreta, quale strategia ha messo in
campo il Distretto per l’anno 2015/16?
Abbiamo pianificato con largo anticipo. A partire da settem-
bre 2014 si sono svolte riunioni con assistenti e gruppi di
presidenti di club, si sono tenuti il PreSIPE, il SIPE e suc-
cessivi incontri a maggio 2015. Una pianificazione accurata
per tempo consente di evidenziare il problema, fare proposte
e valutare le diverse soluzioni.
La membership è stata definita come "service primario".
In che modo si può attuare?
Per mantenerci attivi e far prosperare i club abbiamo pensato
a 5 step: curare il mantenimento dei soci attuali, acquisire
nuovi soci, recuperare una generazione, tornare a essere
ricercati e abbandonare abitudini obsolete e frenanti. È ap-
parso evidente a tutti che ci si offriva su un piatto d’argento
l’opportunità di un rinnovamento e l’occasione per imple-
mentare le attività dei club.
Quali sono, nel dettaglio, i vari step?
Mantenimento dei soci
: bisogna coinvolgerli, se sono coinvolti,
si sentono utili e non mollano. L’immobilismo è la causa mag-
giore della perdita d’interesse e la perdita d’interesse è la cau-
sa maggiore di abbandono. Le commissioni di club non devono
essere solo sulla carta, ma dobbiamo pretendere che lavorino
e se non lavorano si cambiano e se ne devono fare di nuove,
affidando nuovi compiti. I club dove la maggior parte dei soci,
se non tutti, impegnano il loro tempo, la loro professionalità, la
loro persona nei service, sono i club più entusiasti, sono i club
dove non si hanno dimissioni. Per alcuni club è stato facile,
soprattutto per quelli con meno di 10 anni di costituzione, per
i club più datati è più difficile, ma l’importante è cominciare
il processo di cambiamento. Fare Rotary non significa trovarsi
con gli amici a cena, sentire qualche interessante relazione e
verso la fine dell'anno rotariano donare a qualcuno i resti di
una gestione economica, magari anche poco oculata. Questo
è andare al Rotary e solo quando mi garba. Ma dobbiamo
chiederci se il nostro modo di fare Rotary è ancora attuale, se
è questo che la società esterna richiede. Non sopravvive il più
forte o il più intelligente, ma chi sa adattarsi al cambiamento.
CONOSCERE IL PROBLEMA
per poterlo combattere
Intervista al Governatore Omar Bortoletti.
segue
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