EFFETTIVO
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ROTARY
gennaio/febbraio 2016
Acquisizione di nuovi soci
: non è
accettabile che solo il 20%
dei rotariani presentino nuovi soci. Non è un problema del
Presidente o del Consiglio, è un dovere di ogni rotariano,
quindi il Presidente deve motivare i suoi soci ad attivarsi in
tal senso. I nuovi soci, quando poi vengono inseriti, vanno
messi a loro agio da subito, vanno ascoltati, non messi in
panchina aspettando che crescano rotarianamente e se fanno
domande sul nostro modo di fare Rotary ascoltiamoli, forse la
loro mente aperta ci potrà suggerire argomenti interessanti.
Altro importante elemento, la Commissione Effettivo: non
solo deve dare la sua approvazione su un nuovo possibile
socio, ma soprattutto valutare quali professioni non sono
rappresentate, perché la diversità è ricchezza e indirizzare i
soci in tal senso.
Esistono molte nuove professioni che non sono ancora rap-
presentate nel Rotary e non mi soffermo sulle quote rosa, che
considero scontate anche se so che non è così per tutti.
Recupero di una generazione:
nei club mancano i soci tra i
30 e i 45 anni.
Da valutazioni emerse recentemente, i nuovi soci under 40
alle nostre conviviali si annoiano, non si sentono rappresen-
tati, a meno di qualche ovvia eccezione; forse è venuto il
momento di chiederci se le nostre conviviali, così strutturate,
sono ancora appetibili, rispecchiano le esigenze della società
che ci circonda. Talvolta, per non rompere equilibri, il club
continua come ha sempre fatto, per rispetto dei soci che così
vogliono e si avvia lentamente, ma inesorabilmente verso una
onorata fine. Si possono sperimentare le nuove soluzioni che
esprimono l’attualità e le nuove esigenze e utilizzare ciò che
molto opportunamente il Rotary International ci ha messo a
disposizione: club satelliti ed e-club.
Tornare a essere ricercati:
abbiamo perso smalto, recuperia-
molo. Non siamo ricercati, perché non sanno chi siamo e co-
sa facciamo. Da recenti statistiche è emerso che solo il 20%
della gente sa chi siamo, ma non sa cosa facciamo, crede, se
va bene, che siamo una associazione cultural chic. Un altro
20% ci ha sentito nominare, un 60% non ci ha mai sentito
nominare. “Poté più la penna della spada”: i media, la tele-
visione, soprattutto i social devono parlare di noi, di quello
che facciamo. Abbiamo sempre parlato di Rotary ai rotariani,
dobbiamo parlare di Rotary ai non rotariani.
Abbandonare abitudini obsolete e frenanti, definite erronea-
mente tradizioni.
Dietro questa parola, tradizioni, si cela di tutto, dalla buona
fede, al bisogno di sentirsi paladini e garanti, al desiderio di
emergere, al voler mantenere situazioni obsolete ma comode,
al voler contrastare una situazione e altre insondabili ragioni.
Non è concepibile che ci siano regole del tipo: il nuovo socio
deve avere almeno 50 anni, perché prima non è nessuno,
deve frequentare almeno un anno il club per farsi opportuna-
mente conoscere, deve essere al top della sua carriera. Non si
accettano, seppur promettenti, giovani professionisti, non si
accetta più di uno/due soci all’anno, e così via. Non sorridete
o sorprendetevi, queste “tradizioni” esistono.
La sfida è lanciata, ora occorre lavorare.
Oggi abbiamo l'opportunità di rinnovarci e di cambiare, per-
ché ogni giorno è numerato e non torna più. È un compito
che non spetta solo al Presidente o al Consiglio di club, ma
compete a ciascun socio coinvolgere e comunicare l'orgoglio
di essere rotariano. Vi ringrazio per come meritate il Rotary
ogni giorno.