Rivista Rotary | Marzo 2016 - page 24

questione della manodopera mancante per le loro aziende e
allo stesso tempo avrebbe dato ai rifugiati delle competenze
professionali, che si sarebbero rivelate utili per ricostruire le
loro vite in un paese nuovo.
Refugees on Rails ha lanciato il drive di un laptop usato,
lasciato in donazione, da impiegare in centinaia di computer
per istruire i rifugiati. Come la notizia del progetto si diffuse
tra la comunità delle start-up, racconta Riechert, la risposta
entusiasta convinse gli organizzatori che la loro idea avrebbe
potuto essere estesa ad almeno altre tre città tedesche con
un grande numero di rifugiati tra la popolazione.
Lo scorso autunno, organizzarono una lezione di prova per
ottenere risposta su cosa funzionava e cosa no, e per scoprire
quali fossero gli interessi maggiori degli studenti. La struttura
combinerà moduli formativi online e lavori di gruppo, con la
supervisione di tutor provenienti dalle maggiori start-up della
città. I rifugiati non necessitano di conoscenze informatiche
pregresse per iscriversi. “Basta saper usare Facebook e In-
ternet”, dice Riechert. Gli studenti impareranno a costruire
siti web che mettono alla prova le abilità dei rifugiati, per
esempio una guida in lingua araba per usare i trasporti pub-
blici. “Vogliamo essere più pratici possibile”, spiega lei. “Alla
fine del programma, gli studenti dovranno fare dei tirocini
nelle start-up o presso le compagnie tecnologiche di Berlino,
perché è vitale per loro crearsi delle reti di conoscenze. Se
arrivi come rifugiato e non conosci nessuno, è molto difficile
trovare un lavoro”. Uno dei primi rifugiati a essersi iscritto è
stato Muhammed, un 26enne proveniente da Aleppo in Siria.
Dopo essersi laureato in economia e commercio, nel bel mez-
zo della guerra lasciò la sua casa per evitare di dover entrare
nell’esercito siriano. “Dovevo andarmene prima di essere
ucciso o di dover uccidere la mia gente”, dice lui. Ha seguito
i suoi fratelli in Europa e si è iscritto a Refugees on Rail lo
scorso novembre mentre aspettava che la sua domanda di
asilo venisse accettata. Lui crede che saper programmare
sarà molto prezioso se aprirà un ristorante o se deciderà di
cercare un lavoro nel settore informatico. Inoltre dice: “Refu-
gees on Rails ci aiuterà a migliorare il nostro futuro e a inte-
grarci con la comunità. Spero che potremmo essere utili alla
nostra nuova comunità, così da non essere un peso”.
Il progetto ha beneficiato del sostegno pubblico di Tim Höttg-
es, responsabile di Deutsche Telekom e socio del Rotary Club
di Bonn-Süd-Bad Godesberg. Höttges ha elogiato Refugees
on Rails davanti a migliaia di partecipanti alla Startup Ni-
ght 2015 di Berlino e ha incoraggiato le persone a donare
i loro portatili, dice: “È una grande innovazione. Penso che
dovremmo fare tutti qualcosa per le persone che entrano nel
nostro paese”.
Aiutare i rifugiati a costruire delle vite di successo risponde
alla missione della Fondazione Rotary di “far avanzare la co-
noscenza, la bontà e la pace attraverso la salute, supportando
la formazione e riducendo la povertà”, ha raccontato al “The
Rotarian”. “Insegnare ai rifugiati il Ruby on Rails può dar loro
delle basi migliori per prendersi cura di loro stessi. ‘Più abili-
tà, migliori possibilità’ è un vecchio modo di dire. Se queste
abilità sono combinate alla capacità di crearsi una buona rete
sociale, con determinazione, e con flessibilità, si può arrivare
al successo… I nuovi arrivati potranno ricoprire un ruolo fon-
damentale nell’economia tedesca e in quelle europee”.
Per Riechert, il progetto è il naturale risultato dei valori da lei
sposati in veste di borsista della pace. “Il mio mondo non è
proprio come quello di una donna della Danimarca, paese dal
quale provengo, ma come un cittadino del mondo”, dice Rie-
chert, che ha anche trascorso un anno in Australia come stu-
dentessa del programma Rotary Youth Exchange. “Le persone
che arrivano da noi, stanno scappando da situazioni terribili
nelle loro nazioni natie - sento una grande responsabilità nel
prendermi cura dei miei futuri amici e colleghi”.
Gli studenti impareranno a
costruire siti web che mettono
alla prova le abilità dei rifugiati,
per esempio una guida
in lingua araba per usare
i trasporti pubblici.
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