Rivista Rotary | Aprile 2015 - page 27

Questo è il primo concreto passo su una teoria che si era ipo-
tizzata già da una trentina d’anni, una teoria che prevede che
questi depositi rappresentino il primo gradino della malattia,
“la scintilla che può accendere il fuoco”, la chiama Tanzi.
Inoltre i ricercatori hanno determinato come queste placche
causino l’attivazione dell’enzima GSK dei grovigli neurofibrl-
lari, l’altro segno distintivo della malattia.
Questo apre alla possibilità di creare un medicinale in grado
di interdire l’enzima e far si che questi grovigli non si vadano
a espandere e a crescere, provocando così la malattia.
Ma secondo Tanzi, se si può fermare la produzione dell’ami-
loide nel cervello, si può anche prevenire la malattia. Questo
al fine di non permettere la degenerazione e la distruzione di
un numero consistente di cellule cerebrali.
Per questo Morby dice che i 28 milioni di dollari investiti dal
CAF nella ricerca nei 10 anni trascorsi, non sono abbastanza
per questi nuovi e ambiziosi obiettivi. “Abbiamo i migliori
ricercatori che stanno lavorando su questo, e numerosissime
informazioni”, dice, “siamo al punto in cui dobbiamo solo
guidare il tutto al traguardo finale.”
Lui spera che molti altri rotariani vogliano sposare la causa e
aiutare a completare le ricerche che potrebbero portare a una
scoperta medica tra le più importanti al mondo. “Ci saremo
finche non troveremo la cura”.
SPECIALE SALUTE
testo
di
J
ulie
B
ain
-
illustrazioni
di
A
ntonio
M
ora
Dove ho lasciato le chiavi di casa?
Vai a vedere l'ultimo film di Bruce Willis, è proprio bello, si
chiama... ? Eppure ero sicuro di averlo messo qui?
A quanti sono successi momenti come questi, in cui, soli-
tamente quando si ha fretta, si cercano oggetti importanti,
oppure si cerca di essere il più precisi possibili durante un
racconto ad amici e il particolare, il nome, il luogo non riu-
sciamo a ricordarlo e ciò poi condiziona tutto il successivo at-
teggiamento nella narrazione, per poi ritrovarsi, minuti o ore
dopo, quasi illuminati nel ritrovare improvvisamente la rispo-
sta alla nostra interpellanza ai ricordi. Momenti di imbarazzo,
a volte rabbia e sconforto, che si esauriscono velocemente
ma che possono creare disagio, in quanto ci fanno perdere
quell'efficienza e quella sicurezza a cui si è fortemente, e
giustamente attaccati. Momenti che però passano veloci
e che vengono velocemente rimpiazzati da altro, da nuove
emozioni e sensazioni, e ai quali, in fondo, non si dà mai
troppa rilevanza, anzi vi è quasi una solidarietà comunitaria,
soprattutto quando l'amnesia momentanea è dovuta a fatti o
particolari di un dialogo conviviale, nel quale gli altri soggetti,
riconoscendo il disagio che loro stessi hanno provato in altri
momenti, sollevano il relatore dal compito di dare precisione
al discorso fatto, rassicurandolo.
Questa è l'esperienza comune che forse fa considerare il no-
stro cervello, e in generale tutte le funzioni legate ad esso, un
oggetto oscuro, dai contorni non ben definiti, indipendente e
incontrollabile, per cui quando le funzioni celebrali vengono
intaccate o lese l'angoscia e il senso di impotenza aumenta
vertiginosamente. E in tutto questo mondo, tra le più grandi
paure, vi è la perdita delle funzioni di relazione sociale e
di benessere nello stare con gli altri, vi è la demenza. La
demenza, più il nostro corpo invecchia, e di conseguenza i
suoi organi e i suoi sistemi e apparati, più risulta probabile,
IN BALIA DELLE ONDE
il viaggio burrascoso del malato di demenza
Un percorso degenerativo, che coinvolge anche amici e parenti.
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27 speciale salute
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