Rivista Rotary | Aprile 2015 - page 33

CULTURA LEGALE PER L'ECCELLENZA
33 opinioni
di coloro con i quali ogni di accomuna sforzi e fatiche nella
ricerca e per il perseguimento del vero e del giusto: è questo il
più alto compenso che possa essere concesso ad ogni onesta
e nobile ambizione.”
La ricerca del Bene e del Giusto, ovvero promuovere il bene
prezioso, alto e irrinunciabile della giustizia al servizio dell’u-
manità intera; questa inclinazione rende il giurista di ogni
tempo e in ogni luogo vero membro della comunità. E ancora
più importante, realizzando il servizio che la giurisprudenza
può rendere allo sviluppo e al progresso dei popoli e al conso-
lidamento delle loro pacifiche relazioni.
Il raggiungimento dell’eccellenza del giurista quindi non può
prescindere dall’amore e dalla passione che prova per il dirit-
to, per la scienza giuridica di cui partecipa; e questa tensione,
aggiungo, non si risolve in una sterile e vanitosa compiacenza
del ruolo e dello status che il giurista così assume, ma per-
mette di esercitare degnamente , nella pratica quotidiana, la
stessa professione; promuovendo incessantemente, infatti, la
ricerca di un ideale più alto, non si fa altro che crescere la
misura dei doveri di giustizia e di probità cui siamo necessa-
riamente legati dovendo servire, appunto, la Giustizia.
È questo il sentimento che deve sostenere il giurista che si
muove lentamente e con eccelsa prudenza alla ricerca del
Bene e del Giusto; questa inclinazione rende il giurista di ogni
tempo e in ogni luogo membro della comunità dei giuristi e,
in quanto tale, capace di svincolare il proprio operato e prima
ancora il proprio pensiero, da interessi corporativi o particolari
e di orientare con indipendenza le proprie attitudini per eser-
citare la professione con l’elevatezza che si deve, ovvero come
un ministero; rimanendo, quindi, devoti al proprio dovere e,
sempre una grande severità, mantenendo la dignità e l’onore
della missione del giurista, nonché l’integrità di quei principi
che soli possono rendere altamente rispettato e condiviso l’uf-
ficio del giurista nelle società civili e con ciò, cosa ancora più
importante, realizzando il servizio – e al tempo stesso il fine
per il quale esso deve essere posto – che il diritto può rendere
allo sviluppo e al progresso dei popoli e al consolidamento
delle loro pacifiche relazioni.
Il grande e intramontabile giurista Ulpiano, il cui pensiero è
posto alla base delle tradizioni della scienza giuridica delle
nazioni civili, del resto definì il diritto, la giurisprudenza, “di-
vinarum atque humanorum rerum notitia”.
Certo son ben consapevole che esprimendovi queste mia con-
vinzioni sull’altezza e sulla dignità delle professioni legali mi
sono preoccupato, proprio come fece Zanardelli, di non finire
per assomigliare, ai vostri occhi, a un monaco “il quale facen-
do la storia del suo convento, non può narrarla entusiastici ed
enfatici elogi” dal momento che, così facendo, “si finisce a
lodar se stesso col pretesto di cantar le glorie della professio-
ne”; questo pericolo, però, non mi spaventa perché chi deve
professare con eccellenza una scienza o un’arte deve prima di
tutto saperla ammirare e apprezzare, direi amare.
Perseguire la ricerca verso soluzioni buone e giuste non può
che favorire la protezione e la difesa dei diritti fondamentali.
Sono questi tempi nei quali sempre maggiormente le legisla-
zioni e, di pari passo, tutti i rapporti giuridici, per loro natura
si dimostrano esponenzialmente più complessi, più compli-
cati e più delicati e, perciò, richiedono di essere esaminati e
affrontati con autorevolezza, disciplina, rigore intellettuale e
morale, rispetto, esperienza, prudenza, cura e diligenza. Solo
attraverso l’esercizio dei questi valori si possono proteggere i
diritti fondamentali di ogni singolo cittadino.
Il raggiungimento dell’eccellenza del giurista quindi non può
prescindere dall’amore e dalla passione che prova per il dirit-
to, per la scienza giuridica di cui partecipa; e questa tensione,
aggiungo, non si risolve in una sterile e vanitosa compiacenza
del ruolo e dello status che il giurista così assume, ma per-
mette di esercitare degnamente, nella pratica quotidiana la
stessa professione; promuovendo incessantemente, infatti,
la ricerca di un ideale più alto, non si fa altro accrescere la
misura e dei doveri di giustizia e di probità cui siamo necessa-
riamente legati dovendo servire, appunto, la Giustizia.
Non potrebbero esistere i caratteri di cui sopra senza il con-
cetto di verità. E l’alta missione dell’avvocato e direi in gene-
rale del giurista, è proprio il far trionfare la verità contro tutti
gli artifici, il diritto contro tutte le ingiustizie, le oppressioni e
gli arbitri, di difendere la proprietà, l’onore, la libertà, la vita
dei suoi simili, apre a lui un campo immenso di osservazioni,
uno studio incomparabile di anatomia e di fisiologia morale,
per conoscere e apprezzare esattamente i fatti che sono og-
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