getto dei suoi consigli, delle sue discussioni, delle sue deci-
sioni: in continuo contatto con ogni classe della società, dalle
più elevate alle più umili, tutte le relatà della vita si offrono
davanti al giurista, che deve essere capace di interpretarle se-
condo il miglior canone risolutivo. Tutti i segreti, tutti i misteri
della società e dei singoli, tutti i casi proteiformi delle umane
vicissitudini, nelle loro grandezze e nelle loro miserie fanno
parte dello studio del cuore umano che il giurista è chiamato a
guarire o ad alleviare attraverso un indefesso lavoro di pratica
psicologica e sociologica e nel quale l’uomo, nudo di fronte a
sé, appare nelle più svariate posizioni, ricco o povero, colpevo-
le o innocente, oppressore od oppresso, con le sue debolezze,
anche orribili e con i suoi slanci, i suoi eroismi, le sue virtù.
I drammi e le gioie della vita reale ben più compiutamente
devono essere compresi e spiegati dal giurista, anche quando
la realtà si rivela più cruda e originale della stessa immagina-
zione, affinché realizzi con tutte le sue forze l’ufficio, gravoso,
che gli si chiede: offrire un rimedio benevolo, giusto ed effica-
ce, profondendo impegno, studio, abnegazione, approfonden-
do la disciplina particolare richiamata dal caso e interrogando,
al tempo stesso, con un approccio multidisciplinare, anche la
filosofia del diritto, la legislazione comparata, la storia, la
psicologia, la morale, la scienza dell’amministrazione e delle
finanze, la statistica e tutte quelle scienze positive o sociali.
Non è sufficiente il solo acume per raggiungere l’eccellenza
nell’avvocatura; è necessario coltivare l’interesse e l’apertura
mentale verso tutte le altre discipline e professioni delle qua-
li, eminenti esponenti si possono annoverare anche e soprat-
tutto nel nostro Rotary.
Un eminente avvocato francese, Paillet, scriveva: “date a un
uomo tutte le doti dello spirito, dategli tutte quelle del carat-
tere, fate che abbia tutto veduto, tutto appreso e tutto ritenu-
to, ch’egli abbia lavorato senza posa per trent’anni della sua
vita, ch’egli sia insieme un letterato, un critico, un moralista,
che abbia l’esperienza d’un vecchio, l’ardore d’un giovane,
la memoria infallibile di un fanciullo… e forse con tutto ciò
formerete un avvocato compito”.
Ma come contribuire a realizzare tutto ciò in questa nostra
società “liquida”, così complessa e priva spesso di modelli in
grado di orientare? Un vero e proprio oceano, a volte calmo, a
volte burrascoso.
La cultura legale europea, quella in cui siamo immersi, è il
frutto di una graduale e progressiva conquista bimillenaria
chiede di essere consolidata ogni giorno e la cui conservazio-
ne e miglioramento non sono scontati, ma sono la risultante
di un costante impegno, di un continuo prolungato sforzo
formativo e creativo che deve coinvolgere non solo coloro che
conoscono già gli schemi, le strutture e il modo giusto d’ope-
rare per il bene collettivo secondo valori di verità e giustizia,
ma anche la cultura nel suo complesso e, quindi, l’opinione
pubblica; tutti, nel loro piccolo, devono essere chiamati a
essere cittadini attenti, donne e uomini giusti in senso lato,
se vogliamo sviluppare una società più giusta ed equilibrata.
Ebbene, negli ultimi anni, sono diventati frequenti e sempre
più richiesti e seguiti dalla pubblica opinione e, in particolar
modo, dalla scuola, gli incontri e i convegni sul diritto, dedi-
cati sia all’educazione alla legalità, alla responsabilità e alla
costruzione dell’identità sociale, sia alla cultura e all’etica
nella formazione dell’avvocato e del giudice; in questi incon-
tri, spesso, viene indicato un metodo interessante e innovativo
per guidare alla conoscenza delle regole e delle responsabilità
sulle quali si fonda la consapevolezza del ruolo personale e
sociale del giurista.
Nell’ampio scenario multidisciplinare disegnato da numerosi
ed esperti interventi, il confronto ha posto spesso in evidenza
questioni pressanti del rapporto tra professioni legali e so-
OPINIONI
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ROTARY
aprile 2015
