ROTARY |
settembre 2011
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sante. E’ mia opinione che quei termini
rappresentino la sana preoccupazione di
essere adeguati ai tempi, e di garantirci
un futuro. Sono termini che segnalano
una felice propensione ad essere meno
centrati sul passato e molto focalizza-
ti sull’oggi e sul domani. Sostenibilità,
comunicazione, tecnologia sono temi
con cui tutte le organizzazioni debbono
confrontarsi e trovare un punto dinami-
co di armonia, se vogliono progredire e
giocare ruolo di rilievo. La comunicazio-
ne è tema di particolare importanza per
il Rotary, all’interno e soprattutto verso
l’esterno. Dobbiamo confrontarci con
l’eccesso di comunicazione e la frenetica
evoluzione tecnologica degli strumenti,
così differentemente utilizzati dalle ge-
nerazioni cosiddette
Traditional, Baby
Boomers, generation X, generation Y o
Millennials
.
L’organizzazione stessa del
Rotary deve essere in linea con l’evolu-
zione dei tempi, con le possibilità offerte
dalla tecnologia, con la velocità di rispo-
ste che il mondo chiede, con la capacità
di consumare al minimo internamente,
per poter offrire il massimo al mondo.
Da cosa ha tratto origine, in particola-
re, la strutturazione del Future Vision
Plan?
E’ partita otto anni fa sulla base di un
audit indipendente dei programmi del-
la Fondazione, cui seguì un’indagine
di circa 10.000 Rotariani, a proposito
dell’orientamento che la Fondazione
avrebbe dovuto prendere nel futuro. I
risultati complessivi evidenziarono un
desiderio di progetti più efficaci e di più
vaste dimensioni ed anche un desiderio
dei Distretti di avere maggior controllo
sulle sovvenzioni. Non sempre le criti-
che tengono conto di questa “nascita”
del progetto.
Nel 2013 si riallineeranno in un unico
modus operandi tutti i Distretti, ora
distinti dalla introduzione della cate-
goria Distretto Pilota? Dal tuo punto
di vista privilegiato su questa fase di
transizione, quali consigli puoi offrire
ai Distretti per agevolare il passaggio?
La fase pilota vedrà ulteriori modifica-
zioni delle linee guida, nella ricerca del
nuovo modello di Fondazione?
Un unico modus operandi, è vero. Que-
sto riallineamento consentirà una rinno-
vata e positiva interazione tra Distretti.
E’ vero anche che oggi essi siano “distin-
ti” dall’essere o meno Distretti Pilota,
ma non vorrei che questa considerazio-
ne alimentasse l’erronea quanto diffusa
convinzione che nel frattempo, quelli
che Pilota non sono, possono rimanere
in attesa che l’esperimento si compia. Di-
stretti tradizionali e Distretti Pilota sono
chiamati entrambi al contributo di idee,
di vigilanza, di osservazione, di prepa-
razione perché, da protagonisti, sia pur
con ruoli diversificati, possano entram-
bi costruire la Fondazione di domani.
Quello della Visione Futura è un cantiere
aperto in cui all’ora X nulla o poco sarà
come prima e molto sarà forse diverso
da come l’avevamo pensato. Non mi sor-
prende la reazione di alcuni alle novità:
la storia, non solo rotariana, è piena di
esempi che dimostrano come sia ‘nor-
male’ la resistenza al cambiamento; ciò
vale anche per lo spessore delle modifi-
che che la Visione Futura porta con sé. I
Distretti, i Club faranno un ottimo lavoro
se dedicheranno energie a comprendere
meglio la rivoluzione attorno alla quale
si sta lavorando. Interagendo, scoprendo
cosa altri fanno meglio o diversamente.
Preparandosi a guidare il cambiamento
piuttosto che subirlo. Potrebbe essere
ora di ripensare anche alle modalità di
svolgimento ed ai contenuti programma-
ti dai Distretti per i seminari sulla Fonda-
zione Rotary. Non una mera elencazione
dei passati successi, né una girandola
di cifre che, solitarie, non servono a sti-
molare o a rinnovare l’adesione ai pro-
grammi, ma una occasione dinamica per
anticipare il domani, un’opportunità per
discutere a cantiere aperto delle espe-
rienze, pragmaticamente, scegliendo la
politica dell’azione. Un seminario che
sappia soffermarsi sulle ragioni per le
quali siamo nel Rotary e partecipiamo
fattivamente alla sua vita. Interessante
a questo propostivo l’e-learning ufficiale
del RI al link:
-
bers/Training/ForAllRotarians/Pages/
elearning.aspx
Cosa significa esattamente crescere,
per il Rotary e per la Rotary Founda-
tion, oggi?
Si potrebbe pensare che crescita signi-
fichi solo più soci e più partecipazione
ai programmi come Rotaract, Interact
e Scambio Giovani per il Rotary In-
ternational e più fondi, più contributi
(
esempio “Ogni Rotariano Ogni Anno”)
e maggiore partecipazione ai programmi
per la Fondazione, come Sovvenzioni,
Scambio di Gruppi di Studio, Borse di
Studio (per i Distretti non-Pilota) e le
Sovvenzioni Globali (per i Distretti Pi-
lota). Ma crescere per il Rotary e per la
sua Fondazione oggi significa soprattut-
to svilupparsi su tre/quattro dimensioni
critiche: quella geografica, per essere
veramente globali, capaci di capire e di
servire il mondo, consapevoli dei grandi
mutamenti demografici dei nostri tempi;
quella della “diversità”, in tutte le sue
diverse espressioni: crescere qui signifi-
ca fare un grande salto e passare dalle
dichiarazioni di principio all’agito nel
quotidiano: donne, razze, culture, età,
professioni. La diversità come ricchezza.
La dimensione generazionale: crescere
oggi è saper coinvolgere, comunicare,
motivare ed includere le nuove genera-
zioni. Stiamo invecchiando, dobbiamo
saper lasciare alle nostre spalle ciò che
non serve più e passare il testimone alle
nuove generazioni, la tradizione è impor-
tante e dobbiamo fare salvi i nostri prin-
cipi ma la tradizione non può essere la
nostra palla al piede. Un altro significato
di “crescita” è anche quello di una diri-
genza in grado di rappresentare le nuove
generazioni, di capire il mondo di oggi e
di domani e focalizzandosi sul presente e
sui modi per conseguire gli obiettivi do-
mani, basandosi meno sul passato e sui
risultati già conseguiti.
Del resto, tutto quello che abbiamo fino
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