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Si ragiona dunque, sui metodi e le
procedure per l’affiliazione del “pos-
sibile socio’’ come se fosse merce da
accrescere o da tenersi stretta… non
comprendendo che egli, prima d’esse-
re tale, è una persona con il proprio
bagaglio culturale, che va interessata
e poi coinvolta e che, apprezzata la
validità del messaggio ricevuto, potrà
in seguito offrire o meno, la sua di-
sponibilità.
Inoltre, se nella formazione e nell’in-
teressamento del possibile socio si
fa scattare l’emozione come valore
aggiunto della proposta rotariana, il
coinvolgimento diventa più efficace,
più vicino alla persona, più profondo e
più significativo; esso è il terreno idea-
le per un processo di cambiamento, di
apprendimento e di crescita, aumen-
tando la disponibilità del candidato a
far parte del sodalizio, condividendo-
ne così gli ideali e credendo in essi.
Un’Azione Rotariana portata a termine
con il coinvolgimento di un nuovo so-
cio ci permette, non solo di aggiun-
gere un tassello prezioso all’immenso
“puzzle” del Benessere mondiale, ma
anche di far vivere un’emozione signi-
ficativa a chi ha partecipato al proget-
to. Emozionarsi significa, infatti, aver
bisogno di agire d’impulso per miglio-
rare una situazione, esponendoci, se è
necessario, anche in prima persona: è
solo grazie a questi meccanismi che
riusciamo a volte ad indignarci o a
ribellarci per qualcosa che troviamo
profondamente ingiusto o non orienta-
to al Bene Comune.
La pura ragione, se non integrata con
il sentimento, diventa uno strumen-
to efficace e lucido ma incapace di
“sentire” e quindi potenzialmente…
pericoloso. Purtroppo noi viviamo
una quotidianità che considera mi-
gliore, quasi sempre, la logica razio-
nale, questo è un atteggiamento che
dovremmo cominciare a modificare,
per lasciare spazio alla spontaneità e
alla irrazionalità... semplicemente vi-
vendo le nostre emozioni. Alla luce di
questo modo di intendere e di vivere
l’appartenenza al Rotary, quell’elenco
di regole sintetiche e per alcuni pas-
saggi “scarne’’, a mio avviso, dovrebbe
essere integrato a favore di una chiave
emozionale molto più forte e molto più
incisiva, chiave a cui quasi sempre è
affidata la coesione del Gruppo. Que-
sto consentirebbe di avviare un’azione
di proselitismo e di incremento dell’ef-
fettivo su basi diverse dal mero “reclu-
tamento” dei soci… un’azione che, su
basi emozionali, parta dal processo di
identità sociale in cui ogni individuo si
riconosce, fino ad arrivare, attraverso
un mirato programma di Club, a eventi
che rafforzano l’immagine del sodali-
zio di cui si fa parte, esaltandone an-
che l’orgoglio d’appartenenza. Tutte
le esperienze della nostra vita sono
collegate a un vissuto emozionale e il
Rotary è sicuramente tra queste.
Ho ancora negli occhi il folto gruppo
di studenti fotografato ai piedi del-
la grande pedana nell’Aula Magna
del Comando Generale della Guardia
di Finanza lo scorso 21 marzo per la
Giornata della Legalità. Nel grande
spazio istituzionale, con la luce che
entrava dalle alte finestre attraverso i
tendaggi, si notavano i visi intimiditi
degli studenti che, arrivando al podio
con il loro professore per la premia-
zione, trasformavano quel loro disagio
in un’espressione di orgoglio e di sod-
disfazione trasmettendo così, a tutti
quanti noi presenti in sala, un’emo-
zione tanto forte quanto imprevedibi-
le, diventando, essa stessa la nota più
alta della manifestazione. Concludo
con una citazione di Ezra Pound, che
mi è piaciuta particolarmente... “Non
vi è intelligenza senza emozione. Ci
può essere emozione senza molta in-
telligenza... ma questa è una cosa che
non ci riguarda’’... E’ vero, è un detta-
glio che a noi rotariani, per quello che
abbiamo reso possibile in tutti questi
anni… non ci riguarda affatto.