Rivista Rotary | Maggio 2014 - page 84

DISTRETTO 2100
Napoli: giovani da 30 Club partecipano al RYLA
Servizio, amicizia, diversità, integrità e
leadership. In una parola: RYLA
Anche quest’anno, i valori rotariani
hanno ispirato una magnifica “quattro
giorni”, che in un clima sinergico e
propulsivo hanno guidato i nostri ra-
gazzi alla riscoperta dell’etica nelle sue
forme più alte. Parliamo del RYLA (Ro-
tary Youth Leadership Award), evento
formativo annuale per giovani leader.
Il tema scelto, l’etica. Etica intesa co-
me “risorsa primaria per la società del
futuro”, sviluppata nelle sue tre forme
di legalità, bene comune e sviluppo so-
stenibile. I tre principi richiamano, oltre
l’aspetto valoriale, anche l’aspetto eco-
nomico, con cui si è scelto di connotare
l’evento (scelta significativa nell’attuale
momento di crisi economica).
Il primo approccio “ludico” al RYLA per
i ragazzi, dopo la prima giornata di lavo-
ro tecnico in aula, si è avuto attraverso
la partecipazione a una “caccia al te-
soro” organizzata nella città di Napoli,
coordinata sotto la supervisione esperta
di Masina Boccia. Le attività “outdoor”
sono state un’importante integrazione
didattico-motivazionale, che hanno sti-
molato i giovani partecipanti al RYLA
a mettere in pratica, in un’atmosfera
meno formale, quanto appreso durante
i corsi e le lezioni. E non è un caso che
si sia scelta proprio la “caccia al teso-
ro” per iniziare questo tipo di attività,
per giungere primi all’obiettivo, servono
diverse capacità, tra cui: capacità di
gestione del gruppo; coesione; sana
competizione; focus e concentrazione;
capacità di problem solving.
Apre il RYLA uno straordinario discor-
so da subito incentrato sui valori fon-
damentali; un invito dal Governatore
Maria Rita Acciardi a non disperdere
il nostro capitale intellettuale, risorsa
fondamentale per la società, basato
sull’etica “che si conquista” come ci
dice il PDG Raffaele Pallotta di Acqua-
pendente.
L’attenzione si sposta, poi, alle attività
economiche e imprenditoriali ed è su-
bito chiaro che serve una nuova chiave
di lettura: “É superata la definizione di
un’impresa che nasce unicamente per
massimizzare i profitti. L’impresa nasce
per avere un ruolo sociale, nel rispetto
di legge, morale ed etica” (prof. Sergio
Sciarelli). E si proseguirà con l’inter-
vento del sostituto procuratore Vincen-
zo d’Onofrio, arricchito di fortissime
esperienze personali (che ricordano il
periodo degli attentati mafiosi), che si
scaglia contro l’abitudine italiana a cu-
rare esclusivamente i propri interessi e
che ha portato alla nascita dell’impresa
a “convenienza mafiosa”. Ma “l’im-
presa mafiosa non produce ricchezza!
Svilisce solamente il territorio in cui
opera”.
Ed è proprio in aperta opposizione a
tale svilimento che si colloca l’espe-
rienza di GOEL, raccontata dal presi-
dente del Gruppo, Vincenzo Linarello:
la realtà di un gruppo cooperativo che
opera nella Locride (territorio ad alto
tasso d’incidenza mafiosa) nel rispetto
della legalità e in aperto contrasto alle
organizzazioni criminali, nell’obiettivo
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