Rivista Rotary | Maggio 2014 - page 75

BAMBINI DI STRADA
75 bambini di strada
L’infanzia di Rani Hong si è interrotta all’età di sette anni.
L’ultima volta che ha visto i volti di sua madre e di suo padre,
l’ultimo volta con cui ha avuto contatti con la sua famiglia per
i successivi 21 anni. Cresciuta in un villaggio senza acqua cor-
rente nel Kerala, India, Hong ha vissuto in casa finché le con-
dizioni di salute del padre non si sono deteriorate, così come le
condizioni finanziare della famiglia. In preda alla disperazione,
sua madre ha chiesto aiuto a una donna di fiducia che si è
offerta di portare Hong nella sua casa per educarla e darle da
mangiare. Entrambi i genitori facevano visita regolarmente alla
giovane figlia, verificando il suo benessere e le cure che veni-
vano date alla piccola, finché un giorno gli fu comunicato che
la bambina era stata mandata in un’altra città per una migliore
educazione. Questa era una bugia: la tutrice di Hong aveva
venduto la piccola ai mercanti di schiavi del lavoro giovanile.
“Fui portata in un Paese di cui non conoscevo la lingua e dove
tutti era stranieri” ricorda Hong. “Ho pianto sperando che mia
mamma venisse a prendermi – questo era tutto quello che
poteva capire una mente di sette anni.” Traumatizzata smise
di mangiare e si ammalò fisicamente e mentalmente. “I miei
rapitori mi etichettarono come indigente e morente, questo
significava che io non avevo nessun valore nel mercato del
lavoro minorile.” L’unico modo per poter ricavare qualcosa da
lei, spiega Hong, era quello di metterla nel giro delle adozioni
internazionali illegali. Venduta in Canada, fu picchiata, denu-
trita e imprigionata – “preparata alla sottomissione” secondo
il gergo dei rapitori. Una foto sua di quando aveva otto anni
la mostra come una piccola ragazza emaciata con contusioni
e segni su gambe e braccia, gli occhi quasi chiusi dal gonfiore
delle botte al volto. “Non potevo nemmeno parlare” ci raccon-
ta. “Ero completamente annichilita.”
Storie come quella di Hong sono comuni. Si stima che circa
800.000 persone ogni anno siano rapite e vendute oltre i
confini nazionali, 150.000 solo dall’Asia meridionale, ma è
molto difficile avere numeri precisi di questa tratta illegale.
Alcune vittime sono schiavizzate in bordelli e centri massaggi
o costrette a mendicare per le strade, e qualcuno di loro riesce
a fuggire.
Il destino di Hong svoltò per il meglio quando fu adottata.
La donna che se ne prese cura fu una madre eccezionale, un
Rotary club la aiutò ad andare al college, e la gracile ragazzina
sviluppò un’appassionata fermezza per dar voce alle vittime
sulla scena mondiale. Come consigliere speciale alle Nazioni
Unite, Hong si batte per i diritti umani e per la riabilitazione
dei sopravvissuti. Fa poi parte della Fondazione Tronie, dove
lei e suo marito hanno istituito nel 2006 programmi, in 20 Pa-
esi, per l’educazione della popolazione al problema del traffico
di persone e per il supporto dei sopravvissuti.
Lei non dimenticherà mai il suo incubo o le persone che le
hanno fatto del male, ma Hong ha velocemente saputo foca-
lizzarsi su le persone che l’hanno aiutata, in particolar modo
sulla madre adottiva, Nell. Nell la adottò attraverso un’agenzia
legittima che inconsapevolmente trattava con i trafficanti, e
la portò a casa sua a Olympia, nello stato di Washington. “C’è
voluto un po’ per uscire dallo stato mentale in cui ero caduta”
racconta Hong. “Lei ha speso tantissimo tempo a giocare con
me, per stare con me.”
Non capace di scrivere o leggere in inglese, la piccola Hong di
otto anni fu inserita in una classe d’asilo per ragazzi con biso-
gni speciali. Per aiutarla a socializzare con i bambini della pro-
pria età, Nell la iscrisse ad attività sportive extrascolastiche.
“Nessuno sapeva cosa fare con me all’inizio,” racconta Hong.
“Ma divenni brava nel calcio, e ciò accrebbe la mia autostima.
Per questo nei programmi Tronie proponiamo molte attività
sportive e artistiche ai bambini recuperati.” Sotto la guida e
gli insegnamenti di Nell, recuperò il gap scolastico e la sua vita
assunse un ritmo normale. Stava progettando di andare al col-
lege quando la questa stabilità fu nuovamente distrutta. A Nell
fu diagnosticato un cancro terminale. Quando Nell soccombé
alla sua malattia nel 1989, la diciassettenne Hong ha dovuto
chiamare a se tutte le sue forze per sopravvivere – di nuovo.
“Fu un periodo molto difficile,” ricorda. “Ero sola, a Olympia
non avevo parenti da cui andare, non ero in grado di pagare
al tempo stesso le bollette e gli studi con il mio lavoro pagato
al minimo salariale, così decisi di ritirarmi. Una famiglia della
nostra chiesa fermò questa mia decisione e mi permise di
STORIE
DA VITTIMA A GUERRIERA
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