DISTRETTO 2071
          
        
        
          
            Rotary, archeologia: antico osservatorio di oltre 4.000 anni
          
        
        
          È senza dubbio affascinante il progetto
        
        
          che sta interessando i Club della Ma-
        
        
          remma grossetana del Distretto 2071
        
        
          relativo a un sito archeologico “vec-
        
        
          chio” di 4300 anni e decisamente fuori
        
        
          dal comune, anche in un Paese come
        
        
          il nostro che di antichità è ricchissimo.
        
        
          È un progetto in fieri questo sul quale i
        
        
          cinque club hanno puntato l’attenzio-
        
        
          ne, pensando ad un finanziamento del
        
        
          Rotary.
        
        
          Il sito si trova nel territorio di Pitigliano,
        
        
          a “Poggio Rota”, su una rupe di tufo
        
        
          che domina la valle del Fiume Fiora;
        
        
          lassù si erge un suggestivo monumento
        
        
          che ha già attirato l’attenzione di mol-
        
        
          ti appassionati molti studiosi. Cos’è?
        
        
          Tutto lascerebbe supporre (anche se
        
        
          la scoperta recente è già studiata dal
        
        
          punto di vista archeoastronomico) che
        
        
          si tratti di un osservatorio dei solstizi
        
        
          e degli equinozi il cui uso astronomico
        
        
          risalirebbe al 2300 circa a. C.
        
        
          È costituito da una serie di monoliti di
        
        
          tufo, alti fino a 4 metri sul lato verso
        
        
          valle e con una circonferenza massima
        
        
          di circa 9 metri, intervallati da fessure
        
        
          che li distanziano gli uni dagli altri,
        
        
          simili a stretti e profondi corridoi, le
        
        
          cui pareti appaiono lisciate. Data la
        
        
          loro grandezza e collocazione, appare
        
        
          probabile che non siano stati portati
        
        
          sulla rupe, ma che siano stati intagliati
        
        
          sulla sua cima.
        
        
          I monoliti sono interessati da numerosi
        
        
          incavi di diversa grandezza: quelli di
        
        
          minori dimensioni con ogni probabilità
        
        
          sono il frutto dell’erosione, ma quelle
        
        
          più grandi e alcune allineate sono state
        
        
          fatte intenzionalmente.
        
        
          Anche le pareti degli stretti corridoi,
        
        
          che dividono un masso dall’altro ap-
        
        
          paiono lisciate e regolarizzate e inoltre
        
        
          alcuni segni sono inequivocabilmen-
        
        
          te di origine antropica: soprattutto la
        
        
          lunga scanalatura (cm 85, profonda
        
        
          cm 20) che interessa la sommità del
        
        
          masso, che appare orientata astrono-
        
        
          micamente.
        
        
          Allo stato attuale delle ricerche non è
        
        
          possibile stabilire se si tratta di un sito
        
        
          naturale così strano da avere attirato la
        
        
          curiosità delle comunità antiche che in
        
        
          qualche modo vi sono intervenute la-
        
        
          sciando alcune tracce , usandolo come
        
        
          osservatorio astronomico, oppure se si
        
        
          tratta addirittura di opera umana e in
        
        
          tal caso la sua importanza sarebbe mol-
        
        
          to accresciuta. D’altra parte costruzioni
        
        
          orientate astronomicamente e realizzate
        
        
          prima del 2000 a.C. sono conosciute
        
        
          nel mondo; basti pensare all’Irlanda
        
        
          (vedi New Grange) o la Francia (Carnac
        
        
          e non solo) o l’Inghilterra (Stonenge).
        
        
          Per il sito di Poggio Rota gli studi ar-
        
        
          cheoastronomici già effettuati ne hanno
        
        
          definito la funzione, ma è necessario
        
        
          uno scavo archeologico per accertare
        
        
          la natura antropica del monumento e la
        
        
          sua datazione archeologica.
        
        
          Il sito, segnalato alla Soprintendenza
        
        
          ai Beni Archeologici della Toscana, non
        
        
          è mai stato oggetto di scavo, tuttavia
        
        
          appare urgente, anche per la sua sal-
        
        
          vaguardia, un intervento di ripulitura
        
        
          dell’intero pianoro sommitale, sia per
        
        
          motivi di sicurezza, sia per appurare
        
        
          di quanto e perché sia intervenuta la
        
        
          mano dell’uomo.
        
        
          Uno scavo approfondito potrebbe es-
        
        
          sere per il Rotary non solo la soddisfa-
        
        
          zione per aver contribuito al recupero
        
        
          di antichità remote, ma anche per aver
        
        
          contribuito fattivamente ad una vera e
        
        
          propria “alfabetizzazione” alla archeo-
        
        
          astronomia che, come la musica, parla
        
        
          un linguaggio universale.
        
        
        
          La parte fuori terra dei monoliti di Pitigliano (GR)
        
        
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