Rivista Rotary | Aprile 2016 - page 62

la comunicazione del corpo, volontaria e involontaria; la co-
municazione finalizzata, dalla formativa alla commerciale;
la comunicazione contenutistica, quali l'etica e la morale”.
“Una delle relazioni che mi hanno particolarmente inte-
ressata – interviene sorridendo Camilla, una delle giovani
partecipanti – è stata quella tenuta dalla dottoressa Federica
Sassaroli: “Laboratorio di Tecniche di Recitazione e Dizione”.
La comunicazione teatrale, come ci ha spiegato, è un veicolo
potente di trasmissione di idee, ma soprattutto di emozioni
e permette di manifestare, nella finzione scenica, contenuti
difficilmente esprimibili. In più il giovane che si avvicina
al mondo delle tecniche teatrali, acquisisce una maggiore
sicurezza di sé nel rapportarsi agli altri e ha occasione di
sperimentare nuove e differenti immagini del proprio io, aiu-
tandolo in quella difficile ricerca del progetto di sé che, nel
periodo compreso tra la pubertà e l'adolescenza, ha notevole
importanza nella costruzione della propria personalità. Per
questo, prosegue Camilla, nel laboratorio teatrale organizzato
da Federica, abbiamo sperimentato: training di rilassamento
e concentrazione, esercizi di ritmo e di ascolto, elementi di
dizione e uso della voce, e tecniche di improvvisazione tea-
trale, quest’ultime molto divertenti”.
Saper scrivere con chiarezza, esattezza e semplicità è stato
l’argomento presentato da Luigi de Concilio, responsabile
didattico alla sua ottava partecipazione. “Anche se non si ha
intenzione di diventare scrittore, giornalista o sceneggiatore,
– ci ricorda Luigi – scrivere, a scuola come nella vita, serve
e servirà comunque, e conoscere l’arte e i trucchi del “saper
scrivere” può essere una risorsa straordinaria. La semplicità è
il risultato visibile della complessità: questi due termini non
sono l’uno l’opposto dell’altro, ma si completano, complesso
non vuol dire complicato, semplice non vuol dire facile. La
semplicità non è mai casuale, si costruisce. Un buon metodo
per costruire un testo semplice passa attraverso tre fasi che
precedono la scrittura vera e propria: inventare, organizzare,
strutturare”. “L’ansia del foglio bianco – prosegue Luigi de
Concilio – non è un’esclusiva di scrittori o giornalisti. A scuo-
la una qualunque relazione ci pone di fronte a problemi simili
a quelli di un professionista: come selezionare il materiale,
come ordinarlo, quale tono usare, da dove iniziare. Chiarezza,
esattezza, semplicità si ottengono nella scrittura se un testo è
stato prima pensato, progettato, strutturato, reggendosi sulla
scelta esatta delle parole”.
La gestione del tempo è stato un altro argomento che ha
particolarmente interessato i ragazzi. “Lavorando a stretto
contatto con i giovani – ha spiegato Luigi de Concilio – noto
spesso come lamentino ancora lacune riguardo al metodo
di studio, alla gestione del tempo e alla gestione dell'ansia.
Fare un po' di prevenzione, sottolineando l'importanza di
questi argomenti, potrebbe aiutarli ad affrontare in tempo e
senza ansia lo studio e la loro vita personale e professionale.
In particolare:
- Il metodo di studio: motivazione, lettura, appunti, ascolto,
relazioni, uso del materiale didattico;
- La gestione del tempo: consapevolezza del tempo e relativa
programmazione;
- L’ansia: come riconoscerla e imparare a gestirla”.
Altro argomento di particolare interesse è stato quello relativo
alla memoria. La nostra memoria è qualcosa che ci accom-
pagna ogni giorno: nello studio, nel lavoro e nel quotidiano.
Le tecniche di memoria esistono fin dall'antichità, ma po-
chi le conoscono. Basta fare un po' di ricerca per scoprire
che Cicerone utilizzava la tecnica dei Loci e delle Stanze,
per ricordare tutte le informazioni di cui aveva bisogno
nei suoi discorsi in pubblico. Giordano Bruno e Pico Della
Mirandola le utilizzavano per ricordare (a memoria) tutti i
testi che leggevano. Acquisire qualsiasi tipo di testo, esame,
concorso, dati e informazioni non è solo una questione di
strategia, ma è anche un metodo di studio che ciascuno può
imparare utilizzando i 4 tipi di “memoria”: memoria visiva;
memoria associativa; memoria emotiva; memoria creativa.
“La memoria è VISIVA all'83% – interviene Nicolò –, ovvero,
ricordiamo meglio tutto ciò che è associato ad un’immagine.
Quante volte vediamo una persona e ricordiamo di averla già
incontrata? Ricordiamo anche il suo nome? Difficilmente!
Questo succede proprio perché il suo volto è un’immagine,
NUOVE GENERAZIONI
62
ROTARY
aprile 2016
1...,52,53,54,55,56,57,58,59,60,61 63,64,65,66,67,68,69,70,71,72,...82
Powered by FlippingBook