Rivista Rotary | Aprile 2016 - page 64

Il racconto in diretta
Una sala piena di ragazze e ragazzi, assieme a docenti e geni-
tori. Sono venuti anche da lontano, molti in giacca e cravatta,
per testimoniare la serietà della giornata; sono allegri, forse
eccitati per le premiazioni annunciate, ma consapevoli di
aver scritto con il loro impegno una pagina importante nella
lotta a un fenomeno tanto diffuso quanto sottovalutato. Bul-
lismo, dall’inglese bullying, parola esoterica e riduttiva, che
ricorda la radice bull (toro), ma che sarebbe meglio tradurre
con i suoi veri significati: persecuzione, tiranneggiamento,
tormento, intimidazione. Allora sì che il bullismo da “ragaz-
zata” diventa fenomeno di cui tutti devono tener conto; in
particolare i genitori, accomodanti e assolutori con i figli, che
devono vigilare, con occhi, orecchie e parole attente a ciò
che avviene attorno a loro. Le statistiche dicono che il 5,9
percento dei ragazzi subisce un’azione vessatoria: significa
che in ogni classe c’è una vittima di prevaricazioni che soffre;
è un problema di tutti. Con l’aggiunta del prefisso cyber, il
fenomeno diventa l’ennesimo esempio di uso distorto della
tecnologia. La rete, i social media amplificano e rendono
invisibili e pervasivi gli atti d’intimidazione; a questi, si ag-
giungono la derisione, lo scherno se non addirittura la diffa-
mazione, con conseguenze inenarrabili.
Le contromisure sono già disponibili: Facebook ha attivato
una procedura per la rimozione dei contenuti su segnalazione
di utenti, che ravvisano in essi caratteristiche offensive o pe-
ricolose; Twitter non tollererà comportamenti che intendono
minacciare e intimidire per zittire altri utenti. Iniziative co-
raggiose e utili, ma la legge per proteggere da questi pericoli
è ferma in Parlamento, come spiega l’onorevole Campana,
nell’attesa che la politica abbia il tempo di dedicarsi a que-
sti temi piuttosto che a primarie e quant’altro serva a fare
audience. Ascolto la testimonianza di un padre che ha perso
una figlia, che si è tolta la vita; un immenso, triplice dolore.
«Le parole fanno più male delle botte - ha scritto nel suo
ultimo biglietto una vittima di questo gioco al massacro - ma
a voi non fanno male? Siete così insensibili?». Tutto ciò è
ora ben chiaro ai giovani, che hanno avuto modo di lavorare
su quest’argomento e dibatterlo nelle loro scuole, in risposta
BULLISMO E CYBERBULLISMO
quali le cause, il come e il perchè
I live del Forum del 18 marzo 2016 a Roma - Organizzato dalla Commissione Interdistrettuale Legalità e Cultura dell'Etica.
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