63  nuove generazioni
        
        
          
            NUOVE GENERAZIONI
          
        
        
          L
        
        
          UIGI
        
        
          DE
        
        
          C
        
        
          ONCILIO
        
        
          mentre il suo nome è un suono. La memoria UDITIVA è solo
        
        
          l'11% (circa), ecco perché tutti i metodi di ripetizione non
        
        
          ci permettono di ricordare le cose velocemente. E il restante
        
        
          6%? Tutto il resto: odori, sapori, temperatura, pressione e
        
        
          tutte le altre sensazioni. Vi faccio un esempio: se pensate
        
        
          per un attimo all’ultima vacanza che avete fatto, – conclude
        
        
          Nicolò – a dove eravate e a cosa stavate facendo, quello che
        
        
          probabilmente vi è venuto in mente è un mini-filmato alla
        
        
          YouTube, o una fotografia dell’evento. E se analizzate questo
        
        
          filmato o la foto, noterete che quasi tutto il ricordo è fatto di
        
        
          immagini, colori, forme”.
        
        
          “Quel che la scienza ha scoperto da tempo, – prende la paro-
        
        
          la Alessandro – è che il nostro corpo parla, il corpo racconta e
        
        
          se non si dice la verità, le storie che racconta possono essere
        
        
          svelate e non ci facciamo una bella figura. Molte persone
        
        
          sono convinte che la comunicazione verbale, cioè il linguag-
        
        
          gio della parola, sia il mezzo principale per comunicare.
        
        
          Non è vero. Come ci ha spiegato Luigi, le parole all’interno
        
        
          del messaggio contano meno del 20%; questo significa che
        
        
          più dell’80% di ciò che comunichiamo non sono parole: è il
        
        
          linguaggio del corpo. Perché? È impossibile non comunicare;
        
        
          le pause, il silenzio o l’uscita da una stanza sono messaggi
        
        
          che influenzano il comportamento altrui. La comunicazione
        
        
          utilizza due canali: il linguaggio delle parole e il linguaggio
        
        
          dei gesti e del corpo. Se a parole si afferma qualcosa e con
        
        
          i gesti lo si nega, sono questi ultimi a dare l’impronta alla
        
        
          comunicazione. In ogni comunicazione è sempre presente
        
        
          un aspetto di contenuto, ciò che viene detto, e un aspetto di
        
        
          relazione, come viene detto. Per ogni essere umano è molto
        
        
          più importante il come viene detto. Inoltre i temi del conve-
        
        
          gno – conclude Alessandro – hanno riguardato anche la po-
        
        
          stura, l’uso dello spazio, le espressioni del viso, i movimenti
        
        
          e i gesti delle braccia e delle mani. Ma anche la metrica, i
        
        
          toni, il tempo, il ritmo e il volume della voce. È proprio vero:
        
        
          comunicando si diventa grandi”.
        
        
          Il gruppo di partecipanti al RYPEN 2016, dai Distretti 2031 e 2032 - Serravalle Scrivia (AL).