Rivista Rotary | Maggio 2014 - page 73

BAMBINI DI STRADA
73 bambini di strada
condizionamento del loro modo di pensare e i pericoli per il
loro sistema di relazioni sociali sono altissimi (non ci sono
soltanto quelli legati all’incitazione alla violenza o gli abusi
sessuali); si tratta di rischi tali che la Commissione Europea,
dopo aver messo a punto alcuni programmi tra cui quello
specifico relativo a Internet Sicuro (Safer Internet) ha sentito
il dovere di chiamare alla collaborazione i maggiori provider
europei i quali hanno formato dal 2011 la cosiddetta CEO Co-
alition, un’alleanza tra produttori (le Top Tech & Media Com-
panies) che si è impegnata nella salvaguardia dei piccoli. Il
principio fondamentale che ispira queste azioni, ribadito dagli
Amministratori delegati delle imprese di settore, è molto sem-
plice: quando si tratta dei problemi riguardanti i bambini, ciò
che conta deve essere la cooperazione, non la concorrenza. A
questo va aggiunto l’impegno congiunto, delle Autorità euro-
pee e delle imprese, ad aiutare in ogni modo i genitori e gli
insegnanti nella loro azione di orientamento e di educazione.
Nel 2005 il prof. Suterland dell’università di Londra fece una
sfida e invitò i suoi studenti della facoltà di lettere a ridurre
il grande romanzo di Joyce, l’Ulisse, in 160 battute, che è la
capacità di un messaggio sms. È la sua lunghezza minima.
Questa sfida, annunciata su Internet, ha dato vita a un gioco
molto alla moda che coinvolge giovani in tutto il mondo: il
gioco del “pensiero corto”. È il gioco di ridurre nello spazio
di un messaggio sms i grandi romanzi e le grandi opere di
pensiero; da “Moby Dick” di Melville a “Il Capitale” di Carlo
Marx. Il successo di questo esperimento è stato possibile,
hanno commentato in Francia, perché il nostro pensiero è
ormai diventato debole; e dopo essere diventato debole ora
diventa anche corto. Il pensiero corto, dicono alcuni studiosi
(es. il francese Michaud), prevale perché noi viviamo in un
mondo sincopato che vive con gli spot, gli zapping, le email,
i video clip, il chat telematico, i cartelloni pubblicitari ed,
appunto i messaggi SMS. Con questi strumenti tutto viene
ridotto a qualcosa di breve: un grande avvenimento, una
grande cultura sono come spezzettati e il giovane, viaggiatore
moderno, passa da una cosa all’altra vedendo e conoscendo
tutto in breve, con l’illusione di aver compreso tutto. Il suo
linguaggio breve, riflette il suo pensiero corto che, in questo
mondo così organizzato, è l’unico contatto con la realtà. Il
pensiero corto prova a semplificare la complessità, respinge
ogni visione sistemica; si illude di conoscere il mondo ma in
realtà non lo conosce affatto. Questo è il tipo di cultura che,
soprattutto nel mondo occidentale, stanno vivendo sempre di
più i giovani del nostro tempo.
Non vi è dubbio, allora, che il fronte della “mediasfera” è
quello dove si aprono indubbiamente tante opportunità, ma
dove si esercitano anche tante forme di violenza sui bambini
che solo un diverso esercizio della responsabilità da parte
degli adulti potrebbe quantomeno limitare e contenere. Certo
sono violenze meno evidenti di quelle legate alla fame, alla
povertà, all’abbandono; ma non sono per questo meno tragi-
che perché incidono sul profondo della natura di un bimbo,
condizionandolo per tutto il resto della vita.
Marco Ricceri
Segretario Generale Eurispes
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