Rivista Rotary | Maggio 2016 - page 28

Gianni Vernazza
, laurea-
to in ingegneria elettronica,
dal 1994 è professore ordi-
nario di telecomunicazioni.
Già Preside della facoltà
di ingegneria e Prorettore
dell’Università di Genova,
è stato ed è valutatore in
molti progetti nazionali ed
europei. È stato negli anni
Rettore del CNIT, membro del Consiglio di amministrazione
IIC, Presidente dell’Istituto di Studi Superiori dell’Università
di Genova. Socio dal 2003 del Rotary Club Genova, di cui è
stato presidente nell’anno 2011/12 e assistente governatore
per gli anni rotariani 2012/14. Tre Paul Harris Fellow.
Quali iniziative a favore dei più giovani avete attuato
in quest’anno?
La riduzione, per i soci tra i 30 e i 35 anni, della quota da
versare a livello distrettuale nella stessa misura applicata
dal club di appartenenza. Abbiamo sostenuto la costituzione
del primo e-club nell’ambito del Distretto. Ho ricevuto anche
positivi riscontri dai nostri ragazzi per il seminario RYLA,
organizzato congiuntamente dal 2031 e dal 2032, che si è
tenuto a Cherasco: “La leadership efficace nella gestione di
team altamente performanti”, un’occasione didattica molto
innovativa sul piano metodologico che combina, con spirito
rotariano, forti stimoli alla ricerca dell’eccellenza, con un
team di formatori professionisti altamente qualificati.
Quali di queste iniziative sono state condivise con il
Rotaract e con quali risultati?
Tutto quello che ho descritto è realizzato con i nostri ragazzi.
La numerosa partecipazione dei soci dell’e-club agli incontri
distrettuali, così come quella dei rotaractiani, mi consente di
guardare con ottimismo al futuro del nostro sodalizio, perché
“la cinghia di trasmissione” sembra davvero funzionare bene.
Quali politiche mettere in atto per sostenere la lea-
dership dei giovani?
Questi temi sono stati i protagonisti del seminario dei distretti
2031 e 2032 del 13 febbraio scorso. Faccio mie le osser-
vazioni di quel giorno pronunciate da Marco Gay, Presidente
Giovani Imprenditori di Confindustria, che ha sottolineato:
"Guidare il cambiamento vuol dire porre attenzione sul ruolo
dei giovani, portatori sani di energia, innovazione e cambia-
mento. Occorre cambiare esercizio di leadership per non la-
sciare un Paese peggiore alle generazioni dopo di noi. Leader-
ship e responsabilità impongono di coinvolgere nei processi di
cambiamento chi c'è e chi ci sarà”.
Come motivare una maggiore partecipazione dei gio-
vani nel Rotary?
In Europa e in Italia, in particolare, il Rotary si porta dietro
un’immagine elitaria difficile da smontare. Basta navigare su
Internet per capire che l’immagine internazionale è già molto
più aperta e più vicina al tessuto economico e sociale dei
territori. Occorre tirare fuori e comunicare meglio quanto di
buono ogni club porta avanti ogni giorno: sembra facile, ma
in realtà è un cambiamento culturale che ogni socio deve far
suo e interpretare al meglio.
Se fossi rotaractiano …
Avrei cinquant’anni di meno e starei frequentando quelle aule
universitarie che poi non ho mai abbandonato. Frequenterei
senz’altro uno dei club Rotaract della mia città perché portan-
do avanti iniziative davvero interessanti, senza dimenticare i
loro service.
Il Rotary tra 10 anni? E tu nel Rotary tra 10 anni?
Spero che la famiglia rotariana abbia vissuto quel cambia-
mento culturale di cui parlavo, aprendosi ancora di più alle
comunità, ai giovani, alle donne. Spero tra dieci anni di esser-
ne un entusiasta testimone.
FACE TO FACE
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ROTARY
maggio 2016
D.2032
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quanto di buono viene fatto.
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