Rivista Rotary | Maggio 2016 - page 33

Simone Ranieri
, classe
1986, dopo essersi diplo-
mato al liceo linguistico, en-
tra nel Rotaract Club Cantù,
dove ha ricoperto vari inca-
richi tra cui quello di presi-
dente. Dopo un’esperienza
professionale in Cina, è en-
trato nell’azienda di fami-
glia, che ha oltre 50 anni.
Nonostante il lavoro lo porti spesso all’estero, non ha mai
smesso di unire il suo lavoro alla sua passione per il Rotaract.
Quali iniziative a favore dei più giovani avete attuato
in quest’anno?
Credo che il Rotary quest'anno, dopo un periodo di cambia-
mento, abbia cercato di darci molta fiducia e libertà, creden-
do in diversi service attivi soprattutto sui territori, cercando,
attraverso la figura spesso presente del Governatore, di avvi-
cinare il mondo rotariano a noi giovani.
Quali di queste iniziative sono state condivise con il
Rotary e con quali risultati?
Il progetto Teddy Bear, con un corso di primo soccorso a Mon-
za, grazie al sostegno economico e di presenza del Distretto.
La Croce Rossa Italiana ha spiegato le tecniche di primo
soccorso, rotariani e rotaractiani si occupavano di avvicinare
i bambini al mondo che più li terrorizza: quello dei "dottori" e
delle visite mediche, in cui il piccolo veniva curato insieme al
suo orsetto peluche che lo ha accompagnato per tutta la visita.
Quali politiche mettere in atto per sostenere leader-
ship dei giovani?
Sicuramente incontri con esponenti del mondo dell'economia,
del marketing, di tutti i vari settori o professioni che spieghino
cosa vuol dire essere leader e cos'è la leadership, che spesso
viene confusa con l'essere eccessivamente autoritari o con
l’usare il proprio ruolo per "comandare". Anche i rotariani
potrebbero essere di grande aiuto in questo, stando vicini ai
loro club Rotaract, mettendo questo insegnamento al servizio
di noi giovani.
Come motivare una maggiore partecipazione dei gio-
vani nel Rotary?
Credo che i rotariani dovrebbero provare a "ringiovanirsi" sotto
diversi punti di vista. Qualche passo avanti è stato fatto, ma
solo negli ultimi anni e solo da alcuni club Rotary attraverso:
la partecipazione attiva a certi service dei Rotaract, maggior
vicinanza ai ragazzi, presenza alle conviviali Rotaract o inviti
alle conviviali rotariane, presenza del Governatore, disponibi-
lità e interessamento alle nostre problematiche e ora qualche
giovane in più nel Rotary si vede. Ancora molto va fatto, la
strada sembra giusta, ben avviata e vediamo molta più pro-
pensione e sostegno verso i Rotaract. Dobbiamo crederci tutti
insieme e sicuramente i risultati arriveranno.
Se fossi rotariano…
Per ora mi godo ancora il mio Rotaract per un paio di anni. Ho
ancora un anno da Past e poi un altro anno per potermi dedi-
care al Rotaract e al suo ambiente, alle amicizie, alle persone
che sono all'interno del Distretto e alle persone che aiutiamo
attivamente e che con un semplice sorriso o momenti insie-
me possono rallegrarci le giornate. Per "crescere" c'è sempre
tempo, quindi per ora non ci penso, o almeno non così tanto.
Il Rotary tra 10 anni? E tu nel Rotary tra 10 anni?
Più snello, meno formale, più aggressivo sui territori dei
singoli club, più presente tra la gente. Senza la nomea del
"facciamo solo cene", più attivo proprio con persone fisiche e
con più service in collaborazione con il Rotaract, in modo da
vedere quello che facciamo noi giovani dal vivo, toccando con
mano. E sono sicuro che poi i rotariani stessi si entusiasme-
rebbero. Per quanto mi riguarda, prima entrerò nel Rotary, poi
tra 10 anni ci sentiamo e ne riparliamo.
GENERAZIONI A CONFRONTO
33 face to face
D.2042
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}
Insegnamento di leadership,
al servizio di noi giovani.
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