Rivista Rotary | Maggio 2016 - page 30

Tomaso Quattrin
, è na-
to a Noventa Vicentina (VI)
il 16 aprile 1945. Ha la-
vorato per American Field
Service Exchange Scholar
nel 1963, e per Fullbright
Scholar nel 1967. È stato
avvocato e manager, con-
sigliere e presidente in di-
verse e importanti realtà
aziendali nazionali e internazionali. Dal 2000, insegna
strategia e finanza straordinaria presso l'Università LIUC di
Castellanza (Varese). Membro del Rotary International dal
1994, è socio del RC Milano Porta Vittoria.
Quali iniziative a favore dei più giovani avete attuato
in quest’anno?
Per le iniziative del “foro interno” abbiamo sostenuto il per-
corso di riconfigurazione del nuovo Distretto Rotaract 2041,
dando un contributo di esperienza perché la nuova struttura
operasse con un proprio aggiornato regolamento. È proseguito
il programma della Mentorship. Notevole e di successo è stato
l’impegno per il RYLA, che quest’anno si è realizzato in due
edizioni: una distrettuale e una nazionale. Si conferma la gran-
de qualità del programma Scambio giovani, che quest’anno
ha gestito quasi 270 ragazzi. Passando al “foro esterno”, mi
riferisco alla comunità di Milano metropolitana e in particolare
ai giovani. Le iniziative: programmi di prevenzione sanitaria
e promozione del benessere, tutoraggio formativo e sostegno
all’inserimento nel mondo del lavoro e al fare impresa.
Quali di queste iniziative sono state condivise con il
Rotaract e con quali risultati?
Diverse di queste iniziative sono state condivise dai club Ro-
tary con i corrispondenti club Rotaract. Ma credo che abbia-
mo ancora molta strada da fare per arrivare a un vero sistema
di “partnership”. È fondamentale che le iniziative rotariane e
rotaractiane s’intersechino in un sistema coeso e armonico.
Quali politiche mettere in atto per sostenere la lea-
dership dei giovani?
La prima politica è quella della partnership Rotaract/Rotary,
che, da quest’anno è stata affermata in modo ufficiale,
progettando insieme e sostenendosi reciprocamente: anche
qui abbiamo molta strada da fare. A tal fine, già da tempo
abbiamo inserito i giovani nell'organico nelle nostre “strutture
di governo”: l’organizzazione e lo svolgimento del Seminario
Azione Giovanile di quest’anno avverrà in modo congiunto con
il SIDE del Rotaract in una formula di confronto di idee.
Come motivare una maggiore partecipazione dei gio-
vani nel Rotary?
Offrire ai giovani una vera value proposition. Sul servizio, i
giovani devono consigliarci sulle aree di intervento, non solo
aprendo i nostri programmi, ma progettandoli insieme. Quanto
all’amicizia, noi rotariani dobbiamo essere più accoglienti, con
modalità di riunione e di comunicazione più flessibili e meno
costose, usando nuove formule logistiche e nuove tecnologie.
Quanto alla professionalità dovremmo essere per i giovani un
esempio cui attingere in modo più accessibile e concreto.
Se fossi rotaractiano…
Cercherei di prendere maggiori iniziative in termini d’informa-
zioni e contatti con il Rotary per “creare ponti” e continuità
tra le persone e le attività, superando un po’ quello che talvol-
ta appare come un certo conservatorismo giovanile.
Il Rotary tra 10 anni? E tu nel Rotary tra 10 anni?
Vedo i club del Distretto 2041 che hanno completato una
quasi rivoluzione mentale e operativa e lavorano in modo
sinergico su progetti rilevanti, realizzando un vero sistema
Rotary a favore della comunità. Quanto a me tra dieci anni, in
conseguenza della visione di cui sopra, spero di far parte di un
Rotary dove tutti saranno precettati in quanto indispensabili.
FACE TO FACE
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ROTARY
maggio 2016
D.2041
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Il senso della partnership?
Progettare insieme.
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