Rivista Rotary | Maggio 2016 - page 32

Gilberto Dondé
, Go-
vernatore Rotary Distretto
2042. Laureato in chimica
fisica presso l'Università di
Milano, è sposato con Bar-
bara, anche lei rotariana.
Subito dopo la laurea entra
in IBM Italia, e nel 1997 dà
vita a un’attività di consu-
lenza di management. Nel
2000 fonda il Great Place to Work Institute Italia, società
italiana associata al network internazionale di consulenza
e di ricerca che realizza studi e indagini sulla qualità degli
ambienti di lavoro nel mondo. Socio del RC Monza dal 1998.
Dal 2007 membro della Commissione Distrettuale Alfabetiz-
zazione. Dal 2009/10 ha ricoperto diversi ruoli distrettuali.
Quali iniziative a favore dei più giovani avete attuato
in quest’anno?
I club del Distretto 2042 hanno operato, spesso in collabora-
zione con il Rotaract, per mettere in atto una serie imponente
di iniziative rivolte ai giovani. Praticamente in tutte le aree di
azione prioritaria del Rotary, spaziando dall’ambito sanitario,
a quello dell’alfabetizzazione, a quello dello sviluppo.
Quali di queste iniziative sono state condivise con il
Rotaract e con quali risultati?
Diverse azioni in campo sanitario sono state portate avanti in
collaborazione con il Rotaract. Mi preme sottolineare il lavoro
fatto in comune per la realizzazione dei Camp, che hanno visto
l’impegno, sia di soci del Rotary, sia dei soci del Rotaract.
Quali politiche mettere in atto per sostenere leader-
ship dei giovani?
Lo strumento che tradizionalmente dedichiamo a questo sco-
po è il RYLA. Quest’anno abbiamo lavorato con il Distretto
2041, declinando il tema del dono e portando i ragazzi a San
Patrignano per vedere come si possa fare leadership in una
maniera assolutamente diversa. Inoltre, due ragazzi del grup-
po hanno poi preso parte al RYLA nazionale, che ha lo scopo
di aiutare i partecipanti a meglio comprendere se stessi e di
portare alla luce le proprie capacità. Inoltre, il nostro distretto
sponsorizza la partecipazione di 3 giovani del Rotaract al
Young Leaders Summit, in occasione del Congresso Interna-
zionale di Seul.
Come motivare una maggiore partecipazione dei gio-
vani nel Rotary?
Io ho una convinzione: la prima motivazione sta nel non tro-
vare le ragioni per cui è difficile farli entrare. Troppo spesso
diciamo che i giovani – ricordiamo che hanno più di 30 anni
e molti occupano posizioni di grande rilievo nelle organizza-
zioni di cui fanno parte – non hanno ancora dimostrato la loro
leadership e poi sono in un momento complesso della loro
vita professionale. Dobbiamo concentrarci su cosa potremmo
fare per aiutarli a esprimere tutto il loro potenziale. Per non
parlare, poi, delle quote.
Se fossi rotaractiano…
Se fossi rotaractiano… beh, io sono socio onorario del Rota-
ract Monza. A parte gli scherzi, mi darei da fare per andare a
cercare nuovi soci, in maniera non tradizionale. In altre paro-
le, far conoscere il Rotaract, andare ovunque vi siano giovani
e spiegare il Rotaract. Vanno bene anche gli amici, ma stiamo
vedendo che funziona poco.
Il Rotary tra 10 anni? E tu nel Rotary tra 10 anni?
Il Rotary fra 10 anni avrà un ruolo, il ruolo che deve avere,
solo se saprà prendere atto che “diversity” non significa solo
– e non è poco – ammettere persone di diverso sesso, ma dare
risposte positive a chiunque abbia desiderio di donare il pro-
prio impegno, la propria competenza, esperienza e passione
al servizio della comunità. Sia esso uomo o donna, giovane o
meno giovane, leader professionale o organizzativo.
FACE TO FACE
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ROTARY
maggio 2016
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Aiutare i giovani a esprimere
tutto il loro potenziale.
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