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IFAD
Quali misure ha preso l’IFAD per migliorare
la propria presenza nei paesi e promuovere
il decentramento delle operazioni?
La presenza dell’IFAD nei paesi in cui operiamo ci aiuta ad avere un ruolo stra-
tegico più efficace sul campo, ottenere maggiori risultati a favore dei beneficiari
dei nostri progetti e rafforzare le capacità dei nostri partner locali. Alla fine del
2010, 29 dei 30 uffici autorizzati erano operativi, mentre nel 2006 ne avevamo
soltanto uno. Entro il 2013 disporremo di 40 uffici nei paesi, 5 dei quali apri-
ranno nel 2011. Al momento finanziamo 135 progetti gestiti da uffici decentrati,
corrispondenti al 60 per cento delle risorse dell’IFAD destinate al finanziamento
di progetti e programmi. La presenza permanente nei paesi ci permette di for-
mulare programmi e progetti con maggiore precisione e di seguirli più da vicino,
contribuendo anche a ridurre i tempi di reazione. Tutti questi elementi hanno
permesso una riduzione dei costi. La presenza nei paesi rende anche più agevole
il nostro lavoro con i funzionari governativi, il personale locale e le organizzazioni
della società civile, contribuendo così al rafforzamento delle capacità e delle
competenze locali. Grazie alla presenza nei paesi, l’IFAD entra a far parte dei
Comitati locali delle Nazioni Unite e partecipa allo sviluppo e all’esecuzione del
quadro strategico dell’aiuto allo sviluppo dell’ONU, contribuendo al lavoro di
squadra volto al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo stabiliti dal Vertice del
Millennio. Tra i benefici ulteriori derivanti da una presenza più stabile sul terreno
possiamo annoverare un ruolo più efficace nel dialogo sulle politiche pubbliche
a livello dei paesi, un miglior allineamento dei nostri programmi con le politiche
nazionali, una maggiore assunzione di responsabilità e autonomia nella gestione
dei programmi a livello nazionale e l’intensificazione dei partenariati con altri do-
natori. Abbiamo fatto notevoli progressi anche nel decentramento sul campo delle
operazioni amministrative, finanziarie e di gestione dei programmi. Nel 2010 è
stato istituito un gruppo di coordinamento composto da alti dirigenti e funzionari
del Fondo, incaricato del monitoraggio di tutti gli aspetti relativi al processo di
decentramento. Una prima bozza di regolamento amministrativo è stata preparata
nel 2009, mentre nel secondo trimestre del 2011 è prevista la pubblicazione
di un manuale completo che regoli ogni aspetto dell’apertura e della gestione
degli uffici decentrati nei paesi. Il regolamento del 2009 prevedeva che l’IFAD
potesse contrattare e assumere personale locale direttamente. Un programma
di formazione online per il personale locale è stato lanciato nel 2010. Gli uffici
nei paesi sono stati inclusi nel sistema informatico dell’IFAD ed hanno pieno
accesso ai sistemi operativi della sede centrale. Usiamo con frequenza i servizi
di videoconferenza per le comunicazioni tra la sede e gli uffici nei paesi. L’unità
responsabile della sicurezza dell’IFAD collabora a sua volta con gli uffici decen-
trati. Attualmente è in corso una valutazione intesa a orientare la strategia per la
prossima tappa della decentralizzazione nei paesi. I risultati di tale valutazione
sono stati presentati alla sessione di maggio 2011 del Consiglio di amministra-
zione. Stimiamo che questo processo porterà ad un maggiore decentramento dei
funzionari dell’IFAD responsabili della gestione delle operazioni di sviluppo e a
una maggiore delega di autorità che permetta processi decisionali più rapidi e
un’amministrazione più efficiente dei prestiti e delle donazioni.
Accesso ai mercati:
l’importanza
di far partecipare
alla catena del valore
i poveri delle aree
rurali
Per i produttori rurali poveri è essen-
ziale instaurare legami forti con i mer-
cati, per incrementare la produzione
agricola, generare crescita economica
nelle aree rurali e ridurre la fame e la
povertà. Il miglioramento di tali legami
è alla base di un circolo virtuoso, che
fa aumentare la produttività, fa cre-
scere i redditi e consolida la sicurezza
alimentare.
Per i piccoli produttori, un migliore
accesso ai mercati domestici e inter-
nazionali si traduce nella possibilità di
poter vendere più prodotti a prezzi più
elevati. Il che incoraggia gli agricolto-
ri ad investire nelle proprie attività e
aumentare la quantità, la qualità e la
diversità dei beni da loro prodotti.
Ma questo non è l’unico fattore rilevan-
te. Strutture sicure per il deposito mer-
ci, strade a fondo impermeabilizzato e
trasporti a costi accessibili sono biso-
gni primari. Oltre alle infrastrutture è
essenziale l’informazione: conoscere in
tempo reale i prezzi di mercato e l’an-
damento della domanda è fondamenta-
le per poter prendere parte alla catena
del valore moderno. Un indubbio van-
taggio è costituito anche dall’essere
membri di un’associazione di agricol-
tori riconosciuta.
L’appartenenza ad un gruppo organiz-
zato consente ai piccoli imprenditori
agricoli di produrre all’ingrosso, ridu-
cendo i costi grazie alle economie di
scala; e, cosa ancora più importante,
rafforza il loro potere contrattuale nei
confronti dei potenti attori privati.
Essere membri, peraltro, significa ave-
re accesso ad agevolazioni finanziarie
e a servizi che facilitano la produzione
e lo scambio: elementi essenziali affin-
ché i piccoli imprenditori agricoli pos-
sano trattare con il privato, a più livelli.
I produttori rurali poveri e i loro beni
sono connessi ai mercati all’interno
di catene del valore agricolo più am-
pie. Ogni prodotto venduto (a livello
locale, nazionale e internazionale) fa
È una catena
S
PECIALE
N
UTRIZIONE
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