Rivista Rotary | Dicembre 2014 - page 43

L’Africa del Nord e il Medio Oriente rappresentano un merca-
to di oltre trecento milioni di abitanti a poche ore dall’Italia
ma che riceve poca attenzione d’investimento al di fuori del
campo dell’energia. È necessario sviluppare una strategia per
favorire l’espansione della nostra media impresa verso questi
mercati con un ritorno proficuo per gli attori in termini di
sviluppo dell’area di scambio, della società africana in questo
caso araba, e di ritorno sull’investimento.
Immigrazione
Sino alla seconda guerra mondiale le regioni del globo erano
abitate da persone in un dato territorio, un Paese, legate da
un denominatore comune: stessa cultura, religione, credo
abitudini e simili. Ad esempio, Paesi di lingua e cultura ara-
ba con credo islamico di maggioranza, Europa e l’Occidente
cristiani, ecc. ciascuno abbastanza uniforme al suo interno
privo della spinta di rivoluzioni causate dalla diversità, come
è stato il caso degli armeni in Turchia. Si può affermare, ad
esempio, che l’elemento unificatore delle popolazioni arabe
risulta essere quello religioso, vale a dire la comune religione
islamica all’interno della quale s’inseriscono alcune differen-
ziazioni. Non consto di popolazioni senza un credo, senza
religione, anche l’ateismo in fondo è un’etichetta simile ad
un credo religioso discriminante verso chi crede.
Sino a epoca recente non c’era questo ventaglio d’incrocio
di culture che riscontriamo oggi in un dato territorio. La faci-
lità di spostamenti e la libera circolazione di idee attraverso
internet, televisioni e media hanno spinto molti strati della
popolazione, generalmente i più colti, verso l’Europa alla ri-
cerca di miglioramenti economici e stabilità politica. Portano
con sé il bagaglio culturale e sentimentale ricevuto attraverso
l’educazione ricevuta nella famiglia, nella scuola e l’insegna-
mento della loro religione.
Oggi nelle nostre città sono concentrate varie etnie ognuna
con le sue abitudini e credenze, ciascuna inclina a pretende-
re eccezioni nelle disposizioni di legge per consentire ad una
data categorie di far sopravvivere il vivere sociale del Paese di
origine, con il rischio di creare tensioni o situazioni di squili-
brio tra le differenti componenti sociali.
L’immigrazione degli arabi, cristiani e musulmani, ci ha
fatto prendere coscienza dell‘identità di fondo e dei valori
sui quali la nostra civiltà si è sviluppata, ma ai quali molti
di noi si sono ormai assuefatti da tempo; io considero questo
un esempio della ricchezza che può essere generata dalla
globalizzazione. Una ricchezza che può realizzarsi offrendo
alla persona immigrata dignità e l’opportunità di uno svilup-
po umano per un’integrazione propositiva, in contrasto con
l’esclusione. Inclusione invece non può voler dire spostarsi
un po’ per far posto anche all’altro, a qualsiasi altro. Vuol
dire costruire con la ragione un quadro di valori umani, una
cornice del bene comune e dentro questa cornice far posto a
chi la condivide, pur se di religione o di cultura diversa. Sen-
za di ciò non si dà vera inclusione. Questo compito è emi-
nentemente politico e la politica che se ne volesse esimere,
limitandosi ad accogliere senza includere, non svolgerebbe
il proprio ruolo.
Rotariani uniti per un mondo migliore
La mobilità delle persone da qualche decennio attraversa
irreversibilmente il pianeta, le relazioni interculturali sono
uno dei temi più acuti del momento; il Rotary International
ha presente questo tema nel “ Service for Peace”.
Il Rotary International e la sua Fondazione promuovono
campagne mondiali di servizio per un mondo migliore, sono
ampiamente pubblicizzate e tutti noi riscontriamo i benefici
conseguenti alle azioni intraprese. Vorrei sottolineare il ruolo
che ciascuno degli oltre trentaquattromila club sparsi per
il mondo svolge a favore del prossimo, della qualità della
vita su questo pianeta e del dialogo tra culture diverse. Le
azioni di service intraprese dal club individualmente, oppure
congiuntamente con un club del territorio beneficiario del
service, sono il seme che fa germogliare i frutti a beneficio di
uomini e donne del nucleo sociale interessato. I frutti locali
attesi dalle azioni dei singoli club danno un valore aggiunto ai
programmi mondiali delle azioni rotariane. Infatti elargire de-
naro rimane un atto sterile se non accompagnato con Cuore e
Spirito rotariano, influiscono positivamente sui beneficiari e
danno un valore aggiunto al servizio reso; un primo passo per
MEDITERRANEO UNITO
43 Mediterraneo Unito
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