Rivista Rotary | Maggio 2014 - page 72

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ROTARY
maggio 2014
SPECIALE
La comunicazione televisiva commerciale non è che un aspet-
to dei tanti condizionamenti aggressivi a cui è sottoposto un
bimbo nella nuova situazione che si è venuta a creare negli
ultimi anni con lo sviluppo delle tecnologie informatiche (e
siamo solo all’inizio di un percorso) le quali hanno costruito
quello che viene ormai comunemente chiamato il mondo della
“mediasfera”, di cui sono sempre più protagonisti soprattutto
i giovani.
I bambini iniziano a navigare in età sempre più giovane. Se-
condo gli analisti, quest’età è, in media, intorno ai sette-otto
anni: siamo di fronte a una media e ciò significa che tale
navigazione spesso inizia anche molto prima. È sufficiente,
ad esempio, visitare i siti Internet dedicati all’offerta dei gio-
chi digitali per i bimbi di età compresa tra i due e i sei anni
per avere un’idea della varietà e quantità davvero notevole di
stimoli e sollecitazioni che i tanti prodotti esercitano a favore
del loro coinvolgimento nella mondo digitale. Vi si trova ogni
tipologia di gioco collegata alle più diverse finalità: giochi
per stimolare l’azione o la fantasia, giochi per far acquisire
le abilità, per educare, per informare (il brain training in ver-
sione junior). Perciò giochi con cui un bimbo può imparare
le parole ed i numeri, visitare uno zoo virtuale o compiere un
viaggio virtuale in aereo, può ascoltare una fiaba, colorare i
cartoni, imparare insieme a batman a entrare in Internet (dai
videogiochi ai minicomputer). Tutto questo si trova sui tablet,
su ipad e smartphone, ADSL e Internet mobile, touchscreen
e app, oltre che sul normale computer da tavolo, vale a dire
su una strumentazione che sempre più spesso i genitori non
hanno esitazione a regalare anche ai più piccini (con l’aiuto
del genitore già a 18 mesi un bimbo impara ad utilizzare
facilmente un tablet). È in questa realtà sociale della “me-
diasfera” che i bambini digitali di oggi (la cosiddetta terza
generazione digitale) si muovono a loro agio con una grande
precocità, formando il loro patrimonio conoscitivo e culturale
ed acquisendo le loro abilità pratiche che sopravanzano quelle
dei genitori, incidendo fortemente sulla loro azione educativa
e anticipando quella successiva della scuola. Ma i rischi di
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