Rivista Rotary | Maggio 2014 - page 68

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ROTARY
maggio 2014
SPECIALE
Polonia ed è socio di un RC di Varsavia, Massimo Merighi e
sua moglie Elena e a un’altra gentile signora polacca moglie
di un caro amico maestro di conservatorio in Italia, Agniezska
Zielonka Gasbarroni, ho contattato il Rotary Club di Rzeszov.
Il delegato del presidente di questo Club, un collega primario
internista, Maciek Sieklucki, mi ha portato a visitare una cit-
tadina al confine con la repubblica Ceca, Cieszyn. In questa
zona di frontiera, quando il comunismo è stato abolito, la
popolazione rurale si è trovata in grave difficoltà economica
e socio-organizzativa. Di tale drammatica situazione hanno
fatto le spese soprattutto i figli più giovani dei vecchi conta-
dini, in favore dei quali una associazione senza fini di lucro
locale, la “Associazione Stanislaw Brzozowskig” ha messo in
opera un progetto, con un doposcuola sulla frontiera intitolato
“LA POVERTA’ NON È EREDITARIA”. Lo scopo è quello di
educare i ragazzi a uscire dalla povertà attraverso lo studio,
la conoscenza dei buoni principi morali, la collaborazione e
il lavoro. É un progetto molto bello al quale abbiamo dato un
contributo acquistando per il doposcuola, due computer, due
calcio-balilla e dei banchi scolastici.
Nel prossimo mese di maggio, infine, in occasione di un mio
viaggio in Brasile, verranno concretizzati altri due progetti.
Uno a Recife, con la collaborazione del PDG Leandro Araujo
e del RC Recife, in favore di una locale Onlus che ha cura
dei neonati abbandonati. L’altro a Rio de Janeiro, in collabo-
razione con Beth Tayar Presidente del RC Rio de Janeiro Rio
Comprido e del suo Club, esso pure in favore dei ragazzi della
strada della Favela Santa Teresa, visitata anche dal santo Pa-
dre Francesco lo scorso anno.
Una serie di iniziative di servizio mirate ad aiutare in maniera
costruttiva e formativa una così numerosa minoranza di ra-
gazzi che vivono una realtà terribile. Una realtà dalla quale,
nonostante gli aiuti, spesso non è facile uscire per inserirsi in
una “normalità” che, seppure più confortevole, comporta il
rispetto di regole difficili da osservare perchè inesistenti nel
violento mondo della strada nel quale i ragazzi erano costretti
a vivere.
In conclusione, “working to progress”, cioè continuare a ser-
vire con costanza e operosa dedizione anche e soprattutto nei
momenti di maggiore difficoltà, per migliorare sempre più la
qualità dei progetti che si vogliono realizzare.
PDG Luciano di Martino
Vicepresidente EEMA 2012/14
Una povera casa, per ospitare provvisoriamente i piccoli la notte
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