Rivista Rotary | Maggio 2016 - page 39

Matteo Grassi
, diploma-
to al Liceo Scientifico F. Re-
di di Arezzo, ha conseguito
la laurea in giurisprudenza
all’Università di Firenze.
È attualmente impegnato
nell’abilitazione alla profes-
sione legale. Socio del Rota-
ract Club Arezzo dall’annata
2005/06, due volte presi-
dente di club e, più volte a capo di commissioni distrettuali.
Quali iniziative a favore dei più giovani avete attuato
in quest’anno?
In continuità, abbiamo lasciato i Rotary e i Rotaract liberi
di interagire a livello locale con le iniziative concordate che,
spesso, si sono rivolte esse stesse alle nuove generazioni an-
che al di fuori del contesto rotaractiano.
Quali di queste iniziative sono state condivise con il
Rotary? E con quali risultati?
I club Rotary e i Rotaract hanno intrapreso, nelle proprie
comunità di appartenenza, iniziative di orientamento e forma-
zione a favore di giovani, rotaractiani e non, operando molto
spesso a livello scolastico, in stretta collaborazione con i vari
istituti. Non sono mancate poi le consuete occasioni d’incon-
tro e scambio, come quella del Forum sulle nuove generazioni.
Quali politiche mettete in atto per sostenere la lea-
dership dei giovani?
Il sostegno alla leadership dei più giovani non può prescinde-
re, nello studio delle iniziative rivolte a questo fine, da alcuni
assunti fondamentali. Anzitutto quello della formazione: trop-
po spesso ci si illude di poter superare, o in qualche modo
“aggirare”, l’impegno formativo. Lo studio, l’impegno e la
fatica sono componenti essenziali e ineluttabili per il giovane
che ambisce a essere leader.
Come motivare una maggiore partecipazione dei gio-
vani nel Rotary?
Il rinnovato rapporto, sostanziatosi nella partnership evidenzia-
ta dalla nuova visual policy, ha contribuito a questo risultato.
In generale si può affermare, dalla prospettiva rotaractiana, un
incremento nell’apertura del Rotary ai giovani. D’altra parte,
un atteggiamento di apertura e una policy di favore per l’am-
missione dei più giovani non possono bastare. I giovani sono
soggetti a una grande quantità di stimoli. Al pari, occorre dare
la possibilità ai più giovani di conoscere il Rotary nelle sue
sfaccettature: dalle piccole ma importanti azioni di service a
sostegno dei bisogni più immediati delle comunità locali, alla
sfera distrettuale, al grande ruolo globale che detiene.
Se fossi rotariano…
Di cose da fare e da migliorare, per chi come me vive il Rotary
dall’esterno, ce ne sono e ce ne sarebbero molte. Ma questo
non è solo per il Rotary. Ogni contesto sociale necessita di un
continuo adattamento e di un percorso di crescita e miglio-
ramento costante nel perseguimento di obiettivi sempre più
ambiziosi. È ciò che ha stimolato Paul Harris all’inizio del per-
corso ed è ciò che deve stimolare ogni socio che, idealmente,
ne raccoglie l’eredità con la spillatura.
Il Rotary tra 10 anni? E tu tra 10 anni nel Rotary?
Il Rotary oggi è a un bivio. Lo spartiacque è dato dal segno
che precede il dato sull’effettivo. Ebbene, il Rotary deve ces-
sare questa frenetica ricerca del budget nel proprio capitale
umano a favore di una seria e incisiva azione che produrrà
effetti in un futuro leggermente più prossimo, ma con effetti
complessivi certamente più duraturi. Tra dieci anni immagino
e spero un Rotary protagonista che sappia indicare la via da
seguire: un modello che sappia lavorare a fianco delle comu-
nità per lo sviluppo sociale complessivo. Se tra dieci anni sarò
in un club Rotary mi immagino come oggi: entusiasta, deciso,
impegnato, curioso, concreto.
GENERAZIONI A CONFRONTO
39 face to face
D.2071
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Studio, impegno e fatica:
l'essenza della leadership.
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